L’autore, in primo luogo, dà conto di come l’UE stia guidando con una certa convinzione l’estensione delle tutele antidiscriminatorie oltre i confini angusti del lavoro subordinato. D’altro canto, evidenzia come, viceversa, sia l’ordinamento italiano a collocarsi in una posizione più avanzata nel contrasto alle discriminazioni per motivi sindacali. Si analizzano, quindi, i diversi orientamenti giurisprudenziali della Corte di cassazione italiana e della Corte di Giustizia dell’UE sul punto. Inoltre, si evidenzia come, in una logica multilivello, militino diverse buone ragioni per l’estensione del diritto antidiscriminatorio, per un verso, a tutela del lavoro autonomo e, per un altro, a tutela dell’attività sindacale. Infine, si sottolinea come tale estensione sia coerente con recenti proposte normative di tutela dei lavoratori nel contesto globale delle catene del valore, come la proposta di direttiva UE relativa al dovere di diligenza o la proposta discussa nell’ambito delle Nazioni Unite, per uno strumento vincolante dedicato alle imprese transnazionali e altre imprese commerciali in materia di rispetto dei diritti umani. Entrambe, infatti, riconoscono i fondamentali diritti sindacali e i divieti di discriminazione in chiave soggettivamente universale, ovvero senza distinzioni fra categorie di lavoratori.

I lavoratori autonomi e i “nuovi” bisogni di tutela: il ruolo essenziale del divieto di discriminazioni per motivi sindacali

Maurizio Falsone
2024-01-01

Abstract

L’autore, in primo luogo, dà conto di come l’UE stia guidando con una certa convinzione l’estensione delle tutele antidiscriminatorie oltre i confini angusti del lavoro subordinato. D’altro canto, evidenzia come, viceversa, sia l’ordinamento italiano a collocarsi in una posizione più avanzata nel contrasto alle discriminazioni per motivi sindacali. Si analizzano, quindi, i diversi orientamenti giurisprudenziali della Corte di cassazione italiana e della Corte di Giustizia dell’UE sul punto. Inoltre, si evidenzia come, in una logica multilivello, militino diverse buone ragioni per l’estensione del diritto antidiscriminatorio, per un verso, a tutela del lavoro autonomo e, per un altro, a tutela dell’attività sindacale. Infine, si sottolinea come tale estensione sia coerente con recenti proposte normative di tutela dei lavoratori nel contesto globale delle catene del valore, come la proposta di direttiva UE relativa al dovere di diligenza o la proposta discussa nell’ambito delle Nazioni Unite, per uno strumento vincolante dedicato alle imprese transnazionali e altre imprese commerciali in materia di rispetto dei diritti umani. Entrambe, infatti, riconoscono i fondamentali diritti sindacali e i divieti di discriminazione in chiave soggettivamente universale, ovvero senza distinzioni fra categorie di lavoratori.
2024
2
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