Il recupero della vegetazione può essere eseguito utilizzando vari metodi, dalla semina di miscugli per la preservazione, come il fiorume, alla produzione di piante in vaso da trapiantare in natura. Purtroppo l‟esistenza di meccanismi di dormienza dei semi rende difficile la germinazione e la propagazione ex situ di alcune piante spontanee, spesso elementi rari o di pregio della nostra flora. La dormienza può essere associata alla presenza di un integumento rigido e impermeabile costituito per la maggior parte di lignina (legno). I metodi tradizionali per la scarificazione dell‟integumento utilizzano sostanze chimiche corrosive, come l‟acido solforico o l‟ipoclorito di sodio, che possono però danneggiare anche l‟embrione del seme e/o avere effetti collaterali sulla germinazione e lo sviluppo della pianta. Nel presente lavoro viene analizzata l‟ipotesi che enzimi prodotti da funghi per la digestione della lignina (ligninasi), possano essere impiegati per rompere il tegumento del seme e stimolare la germinazione, con particolare riferimento alle orchidee spontanee delle praterie semi-naturali. Una ligninasi è stata somministrata a semi di Himantoglossum adriaticum e Anacamptis morio in condizioni sterili in vitro, utilizzando due metodi: (1) incorporazione dell‟enzima direttamente nel substrato di agarosio; o (2) “bagnatura” dei semi dopo la semina con aggiunta di una soluzione sterile dell‟enzima. In entrambi i casi è stata utilizzata la concentrazione di 1 unità attiva di enzima per lotto di semi/piastra Petri. Dopo sei mesi, il tasso finale di germinazione per entrambe le specie è raddoppiato rispetto al controllo, soltanto quando l‟enzima è stato aggiunto al substrato, nel caso di A. morio da 25 a 50%, mentre per H. adriaticum da 2 a 5%. Per contro, il trattamento con la “bagnatura” di enzima ha significativamente ridotto la germinazione rispetto al controllo, introducendo tra l‟altro contaminazioni. I tassi di germinazione ottenuti possono apparire bassi; tuttavia in specie che producono migliaia di semi per frutto come le orchidee, un modesto incremento nella germinazione può tradursi in un consistente aumento in termini di piante prodotte. L‟utilizzo delle ligninasi nella propagazione di specie rare appare dunque particolarmente promettente, anche perché l‟intervento è mirato all‟integumento, senza il rischio di indurre potenziali complicazioni allo sviluppo dell‟embrione.

IL RECUPERO AMBIENTALE E LA PRODUZIONE DI ELEMENTI DI PREGIO DELLA FLORA SPONTANEA: UN NUOVO METODO PER “DIGERIRE” L’INTEGUMENTO DEI SEMI PER LA PROPAGAZIONE DI SPECIE DI BASSA GERMINABILITÀ

SLAVIERO, ANTONIO;BUFFA, Gabriella;
2014-01-01

Abstract

Il recupero della vegetazione può essere eseguito utilizzando vari metodi, dalla semina di miscugli per la preservazione, come il fiorume, alla produzione di piante in vaso da trapiantare in natura. Purtroppo l‟esistenza di meccanismi di dormienza dei semi rende difficile la germinazione e la propagazione ex situ di alcune piante spontanee, spesso elementi rari o di pregio della nostra flora. La dormienza può essere associata alla presenza di un integumento rigido e impermeabile costituito per la maggior parte di lignina (legno). I metodi tradizionali per la scarificazione dell‟integumento utilizzano sostanze chimiche corrosive, come l‟acido solforico o l‟ipoclorito di sodio, che possono però danneggiare anche l‟embrione del seme e/o avere effetti collaterali sulla germinazione e lo sviluppo della pianta. Nel presente lavoro viene analizzata l‟ipotesi che enzimi prodotti da funghi per la digestione della lignina (ligninasi), possano essere impiegati per rompere il tegumento del seme e stimolare la germinazione, con particolare riferimento alle orchidee spontanee delle praterie semi-naturali. Una ligninasi è stata somministrata a semi di Himantoglossum adriaticum e Anacamptis morio in condizioni sterili in vitro, utilizzando due metodi: (1) incorporazione dell‟enzima direttamente nel substrato di agarosio; o (2) “bagnatura” dei semi dopo la semina con aggiunta di una soluzione sterile dell‟enzima. In entrambi i casi è stata utilizzata la concentrazione di 1 unità attiva di enzima per lotto di semi/piastra Petri. Dopo sei mesi, il tasso finale di germinazione per entrambe le specie è raddoppiato rispetto al controllo, soltanto quando l‟enzima è stato aggiunto al substrato, nel caso di A. morio da 25 a 50%, mentre per H. adriaticum da 2 a 5%. Per contro, il trattamento con la “bagnatura” di enzima ha significativamente ridotto la germinazione rispetto al controllo, introducendo tra l‟altro contaminazioni. I tassi di germinazione ottenuti possono apparire bassi; tuttavia in specie che producono migliaia di semi per frutto come le orchidee, un modesto incremento nella germinazione può tradursi in un consistente aumento in termini di piante prodotte. L‟utilizzo delle ligninasi nella propagazione di specie rare appare dunque particolarmente promettente, anche perché l‟intervento è mirato all‟integumento, senza il rischio di indurre potenziali complicazioni allo sviluppo dell‟embrione.
2014
Convegno Biodiversità
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