L’intero studio, puntuale e di grande attualità, presenta una metodologia solida e comune a tutti i partecipanti. Sebbene a tratti la struttura rigida possa risultare poco “letteraria,” l’intento degli autori è proprio quello di produrre un report dettagliato, e per certi versi un manuale di istruzioni. I risultati ottenuti sono lontani dalle retoriche paternalistiche che vedono il detenuto come vittima incapace di ritrovare un senso alla propria esistenza. Gli studiosi lavorano per individuare cause e ripercussioni delle problematiche rilevate ma cercano, al contempo, di fornire e sperimentare soluzioni a breve e lungo termine.

Recensione del volume Buone pratiche e repertori linguistici in carcere di Antonella Benucci e Giulia Isabella Grosso

dora renna
2019-01-01

Abstract

L’intero studio, puntuale e di grande attualità, presenta una metodologia solida e comune a tutti i partecipanti. Sebbene a tratti la struttura rigida possa risultare poco “letteraria,” l’intento degli autori è proprio quello di produrre un report dettagliato, e per certi versi un manuale di istruzioni. I risultati ottenuti sono lontani dalle retoriche paternalistiche che vedono il detenuto come vittima incapace di ritrovare un senso alla propria esistenza. Gli studiosi lavorano per individuare cause e ripercussioni delle problematiche rilevate ma cercano, al contempo, di fornire e sperimentare soluzioni a breve e lungo termine.
2019
14
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10278/3748054
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