«Quello che è accaduto è un massacro. Questa è la parola. Nella mia memoria ciò che più mi colpisce è che non sento che un rumore, il rumore dei bastoni sulle teste, sui corpi. Il tonfo secco dei bastoni che si abbattono sui corpi disarmati. Con Jean-Philippe ci siamo trovati gli unici due in piedi nella strada con un branco di poliziotti che picchiavano, che picchiavano come boscaioli. Non si sentiva neanche urlare. All’angolo della via Serpente vedo il mio amico Jean-Philippe in piedi, le mani nelle tasche, che grida ‘assassini’ e si fa subito circondare da quattro poliziotti finché un graduato intima: ‘i bianchi no’». Così l’editore militante François Maspero ricordava il massacro del 17 ottobre 1961, intervistato trent’anni dopo nel documentario di Mehdi Lallaoui Il silenzio del fiume (1991). Quella notte a Parigi, nell’indifferenza quasi generale, si consumò la più grave repressione poliziesca e razzista di una manifestazione nella storia dell’Europa dopo la seconda guerra mondiale. La polizia aggredì sistematicamente e preventivamente un corteo disarmato e pacifico di algerini, con un bilancio impressionante: centinaia i morti e i dispersi, migliaia i feriti, undicimila i fermi.
17 ottobre 1961: Il massacro di Parigi e il razzismo di Stato contro gli algerini
brazzoduro
2021-01-01
Abstract
«Quello che è accaduto è un massacro. Questa è la parola. Nella mia memoria ciò che più mi colpisce è che non sento che un rumore, il rumore dei bastoni sulle teste, sui corpi. Il tonfo secco dei bastoni che si abbattono sui corpi disarmati. Con Jean-Philippe ci siamo trovati gli unici due in piedi nella strada con un branco di poliziotti che picchiavano, che picchiavano come boscaioli. Non si sentiva neanche urlare. All’angolo della via Serpente vedo il mio amico Jean-Philippe in piedi, le mani nelle tasche, che grida ‘assassini’ e si fa subito circondare da quattro poliziotti finché un graduato intima: ‘i bianchi no’». Così l’editore militante François Maspero ricordava il massacro del 17 ottobre 1961, intervistato trent’anni dopo nel documentario di Mehdi Lallaoui Il silenzio del fiume (1991). Quella notte a Parigi, nell’indifferenza quasi generale, si consumò la più grave repressione poliziesca e razzista di una manifestazione nella storia dell’Europa dopo la seconda guerra mondiale. La polizia aggredì sistematicamente e preventivamente un corteo disarmato e pacifico di algerini, con un bilancio impressionante: centinaia i morti e i dispersi, migliaia i feriti, undicimila i fermi.File | Dimensione | Formato | |
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