La riflessione dell’Autore trae spunto dalla pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione europea che ha precisato le conseguenze del recesso del consumatore nei contratti avventi ad oggetto la fornitura di servizi. La sentenza, in particolare, ha stabilito che l’importo dovuto dal consumatore per le prestazioni di cui ha medio tempore beneficiato debba essere calcolato pro rata temporis in relazione al prezzo complessivo del contratto, a meno che non si tratti di prestazioni integralmente eseguite con l’inizio della prestazione per le quali sia stato espressamente pattuito uno specifico corrispettivo. Essa ha poi specificato i parametri per valutare, in conformità alla normativa europea, se detto importo sia proporzionale a quanto fornito ovvero eccessivo. Inoltre, poiché la questione sottoposta all’attenzione dei giudici riguardava un contratto di abbonamento a servizi online, la Corte ha anche dovuto chiarire quando una prestazione debba essere qualificata come fornitura di contenuto digitale mediante un supporto non materiale, nel qual caso il recesso del consumatore è in linea di principio escluso dalla normativa europea. Dall’analisi della decisione, nei suoi diversi passaggi, emerge come nell’istituto del recesso la protezione del consumatore si coniughi con le esigenze di competitività ed efficienza del mercato.

Contratti di abbonamento a servizi online e recesso del consumatore. La Corte di giustizia sull’importo dovuto per le prestazioni già eseguite

Calogero Alberto Valenza
2021-01-01

Abstract

La riflessione dell’Autore trae spunto dalla pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione europea che ha precisato le conseguenze del recesso del consumatore nei contratti avventi ad oggetto la fornitura di servizi. La sentenza, in particolare, ha stabilito che l’importo dovuto dal consumatore per le prestazioni di cui ha medio tempore beneficiato debba essere calcolato pro rata temporis in relazione al prezzo complessivo del contratto, a meno che non si tratti di prestazioni integralmente eseguite con l’inizio della prestazione per le quali sia stato espressamente pattuito uno specifico corrispettivo. Essa ha poi specificato i parametri per valutare, in conformità alla normativa europea, se detto importo sia proporzionale a quanto fornito ovvero eccessivo. Inoltre, poiché la questione sottoposta all’attenzione dei giudici riguardava un contratto di abbonamento a servizi online, la Corte ha anche dovuto chiarire quando una prestazione debba essere qualificata come fornitura di contenuto digitale mediante un supporto non materiale, nel qual caso il recesso del consumatore è in linea di principio escluso dalla normativa europea. Dall’analisi della decisione, nei suoi diversi passaggi, emerge come nell’istituto del recesso la protezione del consumatore si coniughi con le esigenze di competitività ed efficienza del mercato.
2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10278/3742524
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