Il saggio è dedicato al carteggio amoroso che Maria Savorgnan, giovane vedova appartenente ad un’illustre famiglia friulana, intrattenne con Pietro Bembo tra il 1500 e il 1501. Le lettere, che ci sono giunte in forma autografa, testimoniano non solo il fulgore di un amore clandestino e appassionato, vissuto tra mille sotterfugi e molte lontananze, ma soprattutto la specifica dimensione letteraria della donna, capace di comporre versi petrarcheschi con una certa scaltrita naturalezza e di intessere con il proprio celebre amante un dialogo tutto giocato tra dimensione viva, concreta, e retaggio poetico. Sulla scorta degli importanti studi dedicati al carteggio, a partire dalla fondamentale introduzione di Carlo Dionisotti alla sua edizione delle lettere, l’articolo si concentra sulla scrittura della Savorgnan, ripercorrendo alcuni passaggi, poetici e prosastici, per cercare di mettere in luce nuovi elementi che ne testimonino la cifra stilistica.

Il saggio è dedicato al carteggio amoroso che Maria Savorgnan, giovane vedova appartenente ad un’illustre famiglia friulana, intrattenne con Pietro Bembo tra il 1500 e il 1501. Le lettere, che ci sono giunte in forma autografa, testimoniano non solo il fulgore di un amore clandestino e appassionato, vissuto tra mille sotterfugi e molte lontananze, ma soprattutto la specifica dimensione letteraria della donna, capace di comporre versi petrarcheschi con una certa scaltrita naturalezza e di intessere con il proprio celebre amante un dialogo tutto giocato tra dimensione viva, concreta, e retaggio poetico. Sulla scorta degli importanti studi dedicati al carteggio, a partire dalla fondamentale introduzione di Carlo Dionisotti alla sua edizione delle lettere, l’articolo si concentra sulla scrittura della Savorgnan, ripercorrendo alcuni passaggi, poetici e prosastici, per cercare di mettere in luce nuovi elementi che ne testimonino la cifra stilistica.

«Fate a quesa carta mille vezi e basatela perché è bella». Sul carteggio amoroso di Maria Savorgnan

curti
2021-01-01

Abstract

Il saggio è dedicato al carteggio amoroso che Maria Savorgnan, giovane vedova appartenente ad un’illustre famiglia friulana, intrattenne con Pietro Bembo tra il 1500 e il 1501. Le lettere, che ci sono giunte in forma autografa, testimoniano non solo il fulgore di un amore clandestino e appassionato, vissuto tra mille sotterfugi e molte lontananze, ma soprattutto la specifica dimensione letteraria della donna, capace di comporre versi petrarcheschi con una certa scaltrita naturalezza e di intessere con il proprio celebre amante un dialogo tutto giocato tra dimensione viva, concreta, e retaggio poetico. Sulla scorta degli importanti studi dedicati al carteggio, a partire dalla fondamentale introduzione di Carlo Dionisotti alla sua edizione delle lettere, l’articolo si concentra sulla scrittura della Savorgnan, ripercorrendo alcuni passaggi, poetici e prosastici, per cercare di mettere in luce nuovi elementi che ne testimonino la cifra stilistica.
2021
35
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10278/3741830
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