Il volume indaga l’impatto sistemico dell’intelligenza artificiale (IA) sulle strutture cognitive, sociali e giuridiche contemporanee, interpretandola come una trasformazione antropologica prima ancora che tecnologica. Attraverso un approccio interdisciplinare che intreccia filosofia, diritto, politica e scienze cognitive, l’opera analizza come l’IA ridefinisca i concetti di conoscenza, responsabilità, sovranità e libertà. Partendo dalle origini del cyberspazio e del metaverso, il libro ricostruisce l’evoluzione delle tecnologie digitali fino alle forme emergenti di governance algoritmica, esplorando le implicazioni etiche, epistemologiche e normative della cosiddetta “civiltà del codice”. L’autore evidenzia come la diplomazia digitale e la cooperazione multilaterale siano divenute strumenti imprescindibili per una regolazione globale dell’IA, capace di coniugare innovazione e tutela dei diritti fondamentali. Il testo propone una riflessione critica sul concetto di “umanesimo digitale”, inteso come risposta alla crisi del soggetto nell’era dell’automazione cognitiva, e sottolinea l’urgenza di un diritto adattivo, capace di “imparare” insieme alla tecnologia che disciplina. L’IA non è presentata come un nemico dell’uomo, ma come un banco di prova per la sua maturità morale e politica. In questa prospettiva, il libro invita a concepire la tecnologia come uno spazio di responsabilità condivisa e di rinascita della dignità cognitiva.

Realtà sintetica. Come metaverso e intelligenza artificiale (ri)scrivono l’esperienza umana

Marco Marsili
Writing – Original Draft Preparation
2025-01-01

Abstract

Il volume indaga l’impatto sistemico dell’intelligenza artificiale (IA) sulle strutture cognitive, sociali e giuridiche contemporanee, interpretandola come una trasformazione antropologica prima ancora che tecnologica. Attraverso un approccio interdisciplinare che intreccia filosofia, diritto, politica e scienze cognitive, l’opera analizza come l’IA ridefinisca i concetti di conoscenza, responsabilità, sovranità e libertà. Partendo dalle origini del cyberspazio e del metaverso, il libro ricostruisce l’evoluzione delle tecnologie digitali fino alle forme emergenti di governance algoritmica, esplorando le implicazioni etiche, epistemologiche e normative della cosiddetta “civiltà del codice”. L’autore evidenzia come la diplomazia digitale e la cooperazione multilaterale siano divenute strumenti imprescindibili per una regolazione globale dell’IA, capace di coniugare innovazione e tutela dei diritti fondamentali. Il testo propone una riflessione critica sul concetto di “umanesimo digitale”, inteso come risposta alla crisi del soggetto nell’era dell’automazione cognitiva, e sottolinea l’urgenza di un diritto adattivo, capace di “imparare” insieme alla tecnologia che disciplina. L’IA non è presentata come un nemico dell’uomo, ma come un banco di prova per la sua maturità morale e politica. In questa prospettiva, il libro invita a concepire la tecnologia come uno spazio di responsabilità condivisa e di rinascita della dignità cognitiva.
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