La Piana della Marcesina, a poco più di 1300 m di altitudine, è una vasta conca localizzata al confine tra il Veneto e il Trentino. La piana si estende su oltre 15 km2 ed è caratterizzata da un’immensa varietà ambientale che comprende formazioni idriche alimentate da sorgenti carsiche e, nelle parti più depresse, ambienti umidi e stagionalmente impaludati (Bagolini, Pasquali, Zampedri 1985). A fronte di una posizione geografica non favorevole, queste caratteristiche ambientali hanno, fin dalla preistoria, reso la piana un forte polo attrattivo in termini di occupazione antropica. Insediamenti stagionali del Paleolitico superiore e del Mesolitico dimostrano un intenso sfruttamento della piana da parte dei cacciatori raccoglitori. In termini di sfruttamento storico di Marcesina, l’importanza del suo paesaggio è ulteriormente accresciuta dalla natura liminale della sua posizione. Fonti archivistiche offrono, infatti, importanti informazioni circa i conflitti e le conciliazioni, principalmente legati ai diritti di pascolo e di utilizzo dei boschi, che caratterizzano il territorio a partire dal XVI secolo (Bortolami, Barbierato, 2009). A partire dal XX secolo l’area è stata prima interessata dagli eventi della Prima Guerra Mondiale, ospitando un importante centro logistico italiano fino al 1917 e austroungarico in seguito. Durante la seconda metà del ‘900 la piana è stata inoltre oggetto di interesse da parte dei contingenti NATO che l’hanno sfruttata come centro di addestramento per l’artiglieria. Questi eventi hanno modificato radicalmente un paesaggio che era rimasto pressoché immutato fin da epoca preistorica. L’obiettivo del presente contributo è, quindi, la ricostruzione del paesaggio diacronico della Piana di Marcesina attraverso l’utilizzo combinato di dati d’archivio, tecniche di telerilevamento e ricognizioni di superficie (tramite UAV e a terra). Ci si concentrerà prevalentemente sullo sfruttamento delle risorse agro-pastorali e sulle pratiche di pastoralismo, ancora oggi principali fonti di sussistenza dell’area, nonché sull’impatto che le pratiche belliche hanno avuto sul territorio.
Analisi diacronica di un paesaggio agro-pastorale di confine tra dispute, guerre ed etnoarcheologia
MAGNINI L.
2024-01-01
Abstract
La Piana della Marcesina, a poco più di 1300 m di altitudine, è una vasta conca localizzata al confine tra il Veneto e il Trentino. La piana si estende su oltre 15 km2 ed è caratterizzata da un’immensa varietà ambientale che comprende formazioni idriche alimentate da sorgenti carsiche e, nelle parti più depresse, ambienti umidi e stagionalmente impaludati (Bagolini, Pasquali, Zampedri 1985). A fronte di una posizione geografica non favorevole, queste caratteristiche ambientali hanno, fin dalla preistoria, reso la piana un forte polo attrattivo in termini di occupazione antropica. Insediamenti stagionali del Paleolitico superiore e del Mesolitico dimostrano un intenso sfruttamento della piana da parte dei cacciatori raccoglitori. In termini di sfruttamento storico di Marcesina, l’importanza del suo paesaggio è ulteriormente accresciuta dalla natura liminale della sua posizione. Fonti archivistiche offrono, infatti, importanti informazioni circa i conflitti e le conciliazioni, principalmente legati ai diritti di pascolo e di utilizzo dei boschi, che caratterizzano il territorio a partire dal XVI secolo (Bortolami, Barbierato, 2009). A partire dal XX secolo l’area è stata prima interessata dagli eventi della Prima Guerra Mondiale, ospitando un importante centro logistico italiano fino al 1917 e austroungarico in seguito. Durante la seconda metà del ‘900 la piana è stata inoltre oggetto di interesse da parte dei contingenti NATO che l’hanno sfruttata come centro di addestramento per l’artiglieria. Questi eventi hanno modificato radicalmente un paesaggio che era rimasto pressoché immutato fin da epoca preistorica. L’obiettivo del presente contributo è, quindi, la ricostruzione del paesaggio diacronico della Piana di Marcesina attraverso l’utilizzo combinato di dati d’archivio, tecniche di telerilevamento e ricognizioni di superficie (tramite UAV e a terra). Ci si concentrerà prevalentemente sullo sfruttamento delle risorse agro-pastorali e sulle pratiche di pastoralismo, ancora oggi principali fonti di sussistenza dell’area, nonché sull’impatto che le pratiche belliche hanno avuto sul territorio.| File | Dimensione | Formato | |
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