“Hic (non) sunt dracones”. Per una storia sociale dei ghiacciai alpini

Nowadays, the relationship between Alpine glaciers and human societies is largely contained and interpreted in the context of ongoing global warming. The state of glaciers is rightly considered as the most immediate evidence of the overwhelming increase in temperatures and, by extension, as the mirror of the alteration of the natural environment on a global level. On the other hand, far less clear, because it has been little investigated, is the nature of this relationship in historical times, often hastily relegated to the impalpable realm of the supernatural. In this regard, a view is dominant that would assign glaciers, on the part of Alpine populations, strongly negative values, making them the home of monstrous or infernal creatures. A more careful analysis, however, reveals a far greater complexity, made up of many and concrete human uses of the glacial environment and multifaceted ways of adapting and responding to its dynamics. A corpus of documentary evidence is reconstructed and analysed; purposely ‘catalogued’, it gives rise to a taxonomic classification of the links between glaciers and Alpine societies. The declinations of this relationship bring out a perspective that replaces the traditional repulsive and non-use hypotheses of the glacial environment

La relazione tra glacialismo alpino e società umane appare oggi largamente contenuta e interpretata nel quadro del riscaldamento climatico in atto. Lo stato dei ghiacciai viene giustamente considerato come l’evidenza più immediata del travolgente aumento delle temperature e, per estensione, come lo specchio della profonda alterazione dell’ambiente naturale a livello globale. Per contro, assai meno chiara, perché poco indagata, è la natura di questo rapporto in tempi storici, spesso frettolosamente relegataal solo ambito, impalpabile, del sovrannaturale. A questo proposito, è dominante una visione che assegnerebbe ai ghiacciai, da parte delle popolazioni alpine, valenze fortemente negative, facendone la sede di creature mostruose o infernali. Un’analisi piùattenta rivela tuttavia una ben maggiore complessità, fatta di molteplici e concrete fruizioni umane dell’ambiente glaciale e di sfaccettate modalità di adattamento e risposta alle sue dinamiche. Viene qui ricostruito e analizzato un corpus di testimonianze documentarie che, appositamente “catalogate”, danno vita a una sorta di classificazione tassonomica dei legami tra ghiacciai e società alpine. Le diverse declinazioni di tale rapporto fanno emergere una prospettiva che si sostituisce alle tradizionali ipotesi repulsive e di non-uso dell’ambiente glaciale