La domanda alla quale si intende rispondere con questo lavoro di ricerca riguarda se e come si possa parlare di una pedagogia weiliana come forma di pensiero ordinato a partire dall’assunto della pedagogia come scienza. Lo si farà attraverso un lavoro sistematico di letture che incrociano la produzione di Simone Weil con la produzione su Simone Weil, un’analisi ragionata della (ricca) letteratura italiana sulla studiosa e un’attenta ricognizione della (ridottissima) produzione pedagogica sul tema. Il risultato atteso di una simile perlustrazione dei territori pedagogici weiliani è l’enucleazione dei temi salienti del suo fare e dire educativo, ricostruiti con una paziente (e solo avviata) opera di tessitura che si caratterizza per il suo procedere per sorprendenti discontinuità, fastidiose sfilacciature, invisibili rabberci. Resi di difficile lettura per via del continuo alternarsi dell’esplicito e dell’implicito in Simone Weil, questi temi subiscono spesso, infatti, il destino di rimanere sprovveduti prigionieri dello scorcio, ossia della particolare angolatura dalla quale li si guarda, invece che avveduti restauratori di una visione complessa, a rete, che sola giustificherebbe la presenza di aspetti della sua pedagogia al contempo complementari e antagonisti. Questo, in sintesi, e senza pretesa di esaustività, il compito che ci si appresta ad affrontare: una cartografia della pedagogia weiliana. Prosaicamente consapevoli con Bateson che la mappa non sarà territorio. E poeticamente convinti con Valéry che tutto ciò che apparirà semplice in questo lavoro di tessitura su una filosofa complessa come Simone Weil è falso e che ciò che è complesso sarà inutilizzabile.
L’irruzione dell’altro come responsabilità educativa nella pedagogia implicita di Simone Weil
I. Giunta
2025-01-01
Abstract
La domanda alla quale si intende rispondere con questo lavoro di ricerca riguarda se e come si possa parlare di una pedagogia weiliana come forma di pensiero ordinato a partire dall’assunto della pedagogia come scienza. Lo si farà attraverso un lavoro sistematico di letture che incrociano la produzione di Simone Weil con la produzione su Simone Weil, un’analisi ragionata della (ricca) letteratura italiana sulla studiosa e un’attenta ricognizione della (ridottissima) produzione pedagogica sul tema. Il risultato atteso di una simile perlustrazione dei territori pedagogici weiliani è l’enucleazione dei temi salienti del suo fare e dire educativo, ricostruiti con una paziente (e solo avviata) opera di tessitura che si caratterizza per il suo procedere per sorprendenti discontinuità, fastidiose sfilacciature, invisibili rabberci. Resi di difficile lettura per via del continuo alternarsi dell’esplicito e dell’implicito in Simone Weil, questi temi subiscono spesso, infatti, il destino di rimanere sprovveduti prigionieri dello scorcio, ossia della particolare angolatura dalla quale li si guarda, invece che avveduti restauratori di una visione complessa, a rete, che sola giustificherebbe la presenza di aspetti della sua pedagogia al contempo complementari e antagonisti. Questo, in sintesi, e senza pretesa di esaustività, il compito che ci si appresta ad affrontare: una cartografia della pedagogia weiliana. Prosaicamente consapevoli con Bateson che la mappa non sarà territorio. E poeticamente convinti con Valéry che tutto ciò che apparirà semplice in questo lavoro di tessitura su una filosofa complessa come Simone Weil è falso e che ciò che è complesso sarà inutilizzabile.| File | Dimensione | Formato | |
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