L’Onomasticon di Giulio Polluce è il più ampio lessico di impostazione atticista che ci sia giunto. Ebbe anche notevole fortuna tra Medioevo e Umanesimo, come è testimoniato dalla cinquantina di manoscritti principali, studiati adesso nella loro quasi totalità in Cavarzeran (2024). Questa ricerca ha anche portato all’individuazione di alcuni manoscritti contenenti excerpta polluciani fino a questo momento sconosciuti, excerpta che confermano la grande popolarità del lessico in epoca bizantina. In questa sede ci soffermeremo su una di queste raccolte, quella preservata del Marc. gr. Z 490: partendo dall’edizione selettiva allestita da Cavarzeran (2022) e pubblicata su questa rivista, metteremo a fuoco la rilevanza di questi materiali per la storia della retorica e del suo insegnamento in età bizantina, con un focus particolare sui modelli linguistico-letterari che negli excerpta si affiancano a quelli classici di derivazione polluciana. Il nostro obiettivo più ampio è quello di dimostrare che anche i manoscritti latori di un testo di un’opera erudita antica che non è quello receptus stabilito dalle edizioni critiche hanno una notevole importanza per lo studio della ricezione delle opere antiche da parte dei bizantini e la ridefinizione dei canoni retorici nel Medioevo greco.
Polluce attraverso gli occhi di un compilatore bizantino: metodi di lavoro, modelli e canone
O. Tribulato
;J. Cavarzeran
In corso di stampa
Abstract
L’Onomasticon di Giulio Polluce è il più ampio lessico di impostazione atticista che ci sia giunto. Ebbe anche notevole fortuna tra Medioevo e Umanesimo, come è testimoniato dalla cinquantina di manoscritti principali, studiati adesso nella loro quasi totalità in Cavarzeran (2024). Questa ricerca ha anche portato all’individuazione di alcuni manoscritti contenenti excerpta polluciani fino a questo momento sconosciuti, excerpta che confermano la grande popolarità del lessico in epoca bizantina. In questa sede ci soffermeremo su una di queste raccolte, quella preservata del Marc. gr. Z 490: partendo dall’edizione selettiva allestita da Cavarzeran (2022) e pubblicata su questa rivista, metteremo a fuoco la rilevanza di questi materiali per la storia della retorica e del suo insegnamento in età bizantina, con un focus particolare sui modelli linguistico-letterari che negli excerpta si affiancano a quelli classici di derivazione polluciana. Il nostro obiettivo più ampio è quello di dimostrare che anche i manoscritti latori di un testo di un’opera erudita antica che non è quello receptus stabilito dalle edizioni critiche hanno una notevole importanza per lo studio della ricezione delle opere antiche da parte dei bizantini e la ridefinizione dei canoni retorici nel Medioevo greco.I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



