Nell’ambito delle prime scoperte di vasi a figure rosse di produzione magnogreca in Italia meridionale si colloca un celebre reperto sul quale pesa il sospetto di falsità: il cratere a volute attribuito al Pittore di Taranto 7013 (330 – 320 a.C.), oggi conservato al Museo del Louvre di Parigi (n. inv. K 66), anche conosciuto come “Vaso di Lasimos”, il quale si accompagna a una firma sgraffiata che da alcuni è considerata non autentica1. Prima di approfondirne l’analisi, può essere utile ripercorre la storia del vaso di Lasimos e delle sue moderne vicende legate al collezionismo per avere un’idea complessiva della sua ricezione, degli studi che lo hanno riguardato, delle opinioni sulla sua autenticità e, infine, dei restauri ai quali è stato sottoposto nel corso del XVIII e XIX secolo.
Dasimos egrapse
Luana Tesoro
2024-01-01
Abstract
Nell’ambito delle prime scoperte di vasi a figure rosse di produzione magnogreca in Italia meridionale si colloca un celebre reperto sul quale pesa il sospetto di falsità: il cratere a volute attribuito al Pittore di Taranto 7013 (330 – 320 a.C.), oggi conservato al Museo del Louvre di Parigi (n. inv. K 66), anche conosciuto come “Vaso di Lasimos”, il quale si accompagna a una firma sgraffiata che da alcuni è considerata non autentica1. Prima di approfondirne l’analisi, può essere utile ripercorre la storia del vaso di Lasimos e delle sue moderne vicende legate al collezionismo per avere un’idea complessiva della sua ricezione, degli studi che lo hanno riguardato, delle opinioni sulla sua autenticità e, infine, dei restauri ai quali è stato sottoposto nel corso del XVIII e XIX secolo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesoro (1).pdf
embargo fino al 03/06/2026
Tipologia:
Versione dell'editore
Licenza:
Accesso libero (no vincoli)
Dimensione
946.51 kB
Formato
Adobe PDF
|
946.51 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.