Riflettendo sul senso del testo che ho sotto le mani, mi viene in mente una pratica descritta da Carlo Ginzburg negli anni ’70, il nicodemismo (Ginzburg, 1970). Il termine indica nel suo senso più preciso la pratica di dissimulazione del discorso praticata da parte dei seguaci della Riforma nel XV secolo nei confronti delle autorità ecclesiastiche. In senso esteso nicodemismo indica una modalità discorsiva che enuncia a contrario ciò in cui crede. Essa può essere applicata anche alla storia della filosofia naturale, come ha fatto Ioan Culianu in Eros e magia nel Rinascimento. Autori come Agrippa di Nielsen, Pico della Mirandola o Tritemio, scrivono infatti, a lato delle loro opere principiali di descrizione delle scienze occulte, dei testi che sono vere e proprie ammende e lamentazioni rispetto all’inefficacia ed all’esecrabilità dei loro studi (Culianu, 1984). Questo viene fatto come pratica di auto-censura preventiva nei confronti delle possibili accuse da parte del Tribunale dell’Inquisizione. Essi dicono: «vedete, noi abbiamo pure scritto di astrologia, negromanzia, ars goetia, ma ora ci pentiamo di averlo fatto e vogliamo rientrare nelle accoglienti braccia della Chiesa».

Matteo Salvini e il nicodemismo

Tommaso GUARIENTO
2015-01-01

Abstract

Riflettendo sul senso del testo che ho sotto le mani, mi viene in mente una pratica descritta da Carlo Ginzburg negli anni ’70, il nicodemismo (Ginzburg, 1970). Il termine indica nel suo senso più preciso la pratica di dissimulazione del discorso praticata da parte dei seguaci della Riforma nel XV secolo nei confronti delle autorità ecclesiastiche. In senso esteso nicodemismo indica una modalità discorsiva che enuncia a contrario ciò in cui crede. Essa può essere applicata anche alla storia della filosofia naturale, come ha fatto Ioan Culianu in Eros e magia nel Rinascimento. Autori come Agrippa di Nielsen, Pico della Mirandola o Tritemio, scrivono infatti, a lato delle loro opere principiali di descrizione delle scienze occulte, dei testi che sono vere e proprie ammende e lamentazioni rispetto all’inefficacia ed all’esecrabilità dei loro studi (Culianu, 1984). Questo viene fatto come pratica di auto-censura preventiva nei confronti delle possibili accuse da parte del Tribunale dell’Inquisizione. Essi dicono: «vedete, noi abbiamo pure scritto di astrologia, negromanzia, ars goetia, ma ora ci pentiamo di averlo fatto e vogliamo rientrare nelle accoglienti braccia della Chiesa».
2015
14
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