È nostra intenzione proporre una breve riflessione intorno a tre modi di rappresentazione delle “cose” qui intese in senso generale come elementi di un qualsiasi raggruppamento o collezione. Le cose sono ciò che viene classificato, raggruppato e suddiviso all’interno delle ontologie4: questo perché ammettiamo che non vi sia un’unica scienza delle cose, ma molteplici sistemi di tassonomia. Il primo è quello del feticcio, l’oggetto animato – nel quale cui la cosa si ibrida con la persona: esso può agire, sentire, parlare, nuocere o aiutare. Il secondo è quello dell’ente medievale, le cose come entità dotate di proprietà ed attributi, così come sono descritte negli erbari, nei bestiari e nelle enciclopedie. Una cosa è identificabile come una forma stabile, composta da un numero finito di elementi. Il mondo delle enciclopedie medievali è come un’immensa Wunderkammer, la collezione finita di tutto ciò che esiste. Infine vi sono le cose come Objects, gli enti primi dei linguaggi di programmazione informatica, definiti da due soli elementi: le proprietà ed il comportamento. Tutto ciò che esiste può essere ridotto ad una raccolta di oggetti, proprietà e comportamenti nei mondi virtuali della programmazione informatica. E di questi mondi, noi che ne siamo gli utenti inconsapevoli, cosa sappiamo? È ancora valida la distinzione fra persone e cose? Come sono cambiati i nostri sistemi di classificazione e rappresentazione del mondo degli oggetti? Tre modi di pensare, classificare, rappresentare le cose: quali i rapporti, le sopravvivenze, le cesure temporali?

Dal punto di vista delle cose. Rappresentazioni e classificazioni: feticci, enciclopedie, micromondi

Tommaso GUARIENTO
2015-01-01

Abstract

È nostra intenzione proporre una breve riflessione intorno a tre modi di rappresentazione delle “cose” qui intese in senso generale come elementi di un qualsiasi raggruppamento o collezione. Le cose sono ciò che viene classificato, raggruppato e suddiviso all’interno delle ontologie4: questo perché ammettiamo che non vi sia un’unica scienza delle cose, ma molteplici sistemi di tassonomia. Il primo è quello del feticcio, l’oggetto animato – nel quale cui la cosa si ibrida con la persona: esso può agire, sentire, parlare, nuocere o aiutare. Il secondo è quello dell’ente medievale, le cose come entità dotate di proprietà ed attributi, così come sono descritte negli erbari, nei bestiari e nelle enciclopedie. Una cosa è identificabile come una forma stabile, composta da un numero finito di elementi. Il mondo delle enciclopedie medievali è come un’immensa Wunderkammer, la collezione finita di tutto ciò che esiste. Infine vi sono le cose come Objects, gli enti primi dei linguaggi di programmazione informatica, definiti da due soli elementi: le proprietà ed il comportamento. Tutto ciò che esiste può essere ridotto ad una raccolta di oggetti, proprietà e comportamenti nei mondi virtuali della programmazione informatica. E di questi mondi, noi che ne siamo gli utenti inconsapevoli, cosa sappiamo? È ancora valida la distinzione fra persone e cose? Come sono cambiati i nostri sistemi di classificazione e rappresentazione del mondo degli oggetti? Tre modi di pensare, classificare, rappresentare le cose: quali i rapporti, le sopravvivenze, le cesure temporali?
2015
18
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