Nel vedere, pensare, o raffigurare un paesaggio si incontra necessariamente l’orizzonte. Quel confine ultimo verso cui si può spingere la vista è stato per secoli sia un punto di orientamento nelle navigazioni oceaniche che un elemento raffigurativo su cui disegnare uno spazio prospettico lineare. Cosa accade però quando l’orizzonte scompare? Nell’esperienza artistica occidentale, la mancanza dell’orizzonte si ritrova nella prospettiva “di sotto in su” che, aprendosi al cielo, fu tipica del Barocco. Al contrario, lo sviluppo del volo umano, a cavallo tra Ottocento e Novecento, determinò uno sguardo nadirale, progressivamente concentrato sulla superficie terrestre. Con attenzione alla storia della fotografia e del cinema, ma anche con riferimenti cartografici, pittorici, e architettonici, questo saggio indaga la complessità della visione aerea: struttura di controllo e dominio oppure di monitoraggio e cura, inquadratura artistica non convenzionale o strumento di progettazione sul territorio, aspirazione sovraumana oppure postumana. A questi temi della visualità ‒ prospettiva “di sotto in su” e visione aerea ‒ il contributo affianca infine il concetto di “veduta a volo d’uccello”, per una riscoperta del paesaggio aereo contemporaneo che tenga conto degli animali non umani.

Il paesaggio aereo. Quando l’orizzonte manca

Noemi Quagliati
2024-01-01

Abstract

Nel vedere, pensare, o raffigurare un paesaggio si incontra necessariamente l’orizzonte. Quel confine ultimo verso cui si può spingere la vista è stato per secoli sia un punto di orientamento nelle navigazioni oceaniche che un elemento raffigurativo su cui disegnare uno spazio prospettico lineare. Cosa accade però quando l’orizzonte scompare? Nell’esperienza artistica occidentale, la mancanza dell’orizzonte si ritrova nella prospettiva “di sotto in su” che, aprendosi al cielo, fu tipica del Barocco. Al contrario, lo sviluppo del volo umano, a cavallo tra Ottocento e Novecento, determinò uno sguardo nadirale, progressivamente concentrato sulla superficie terrestre. Con attenzione alla storia della fotografia e del cinema, ma anche con riferimenti cartografici, pittorici, e architettonici, questo saggio indaga la complessità della visione aerea: struttura di controllo e dominio oppure di monitoraggio e cura, inquadratura artistica non convenzionale o strumento di progettazione sul territorio, aspirazione sovraumana oppure postumana. A questi temi della visualità ‒ prospettiva “di sotto in su” e visione aerea ‒ il contributo affianca infine il concetto di “veduta a volo d’uccello”, per una riscoperta del paesaggio aereo contemporaneo che tenga conto degli animali non umani.
2024
20
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