Il contributo offre alcune considerazioni sull’episcopato triveneto e il Concilio Vaticano II. Dopo qual-che cenno sulla Chiesa triveneta e il gruppo di vescovi che guidavano le diocesi dell’area nordorientale dell’Italia, viene esaminata l’attività collettiva della Conferenza episcopale della regione ecclesiastica Triveneto (CET) svolta negli anni del Concilio in via ordinaria e le iniziative che essa intraprese con spe-cifico riferimento al Vaticano II. Ne emerge un gruppo di vescovi dagli orientamenti diversificati al pro-prio interno, ma complessivamente caratterizzati - a livello collettivo - da una prospettiva conservatri-ce, con alcune figure di orientamento più moderato (fanno eccezione Gargitter, vescovo di Bolzano-Bressanone, di chiaro atteggiamento innovatore e, soprattutto in ambito ecumenico, Pangrazio, arcive-scovo di Gorizia). Si intravede in quegli anni il progressivo emergere, ai vertici dell'episcopato triveneto, di una linea che in seguito fu anche quella adottata nella applicazione del Vaticano II, graduale, intra-presa dalla CET, sotto la presidenza del patriarca Urbani, contestualmente presidente della CEI (alla cui segreteria fu chiamato Pangrazio), e in modo conforme agli indirizzi di Paolo VI in materia.
L’episcopato triveneto e il Vaticano II
Giovanni Vian
In corso di stampa
Abstract
Il contributo offre alcune considerazioni sull’episcopato triveneto e il Concilio Vaticano II. Dopo qual-che cenno sulla Chiesa triveneta e il gruppo di vescovi che guidavano le diocesi dell’area nordorientale dell’Italia, viene esaminata l’attività collettiva della Conferenza episcopale della regione ecclesiastica Triveneto (CET) svolta negli anni del Concilio in via ordinaria e le iniziative che essa intraprese con spe-cifico riferimento al Vaticano II. Ne emerge un gruppo di vescovi dagli orientamenti diversificati al pro-prio interno, ma complessivamente caratterizzati - a livello collettivo - da una prospettiva conservatri-ce, con alcune figure di orientamento più moderato (fanno eccezione Gargitter, vescovo di Bolzano-Bressanone, di chiaro atteggiamento innovatore e, soprattutto in ambito ecumenico, Pangrazio, arcive-scovo di Gorizia). Si intravede in quegli anni il progressivo emergere, ai vertici dell'episcopato triveneto, di una linea che in seguito fu anche quella adottata nella applicazione del Vaticano II, graduale, intra-presa dalla CET, sotto la presidenza del patriarca Urbani, contestualmente presidente della CEI (alla cui segreteria fu chiamato Pangrazio), e in modo conforme agli indirizzi di Paolo VI in materia.File | Dimensione | Formato | |
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