Il paragone tra Auerbach e Bachtin non riguarda solo specifici problemi di teoria letteraria, ma è anche il segno di una divergenza politica e di un modo diverso di intendere l’ingresso del romanzo nella modernità. Per Auerbach l’emancipazione moderna si riflette nella rappresentazione seria del quotidiano; per Bachtin, invece, la rottura della distanza epica che ha fatto sorgere il romanzo passa per la forza generatrice del comico. Attraverso un itinerario lungo Mimesis, questo studio legge la teoria di Auerbach integrandola con quella di Bachtin e ragiona su uno scontro a distanza che non si gioca solo sul piano dell’interpretazione testuale, ma che coinvolge l’intera filosofia della storia dei due critici. Si articola così un’opposizione metodologica e politica tra il critico che crede ancora nell’universalità di alcuni valori e il critico che fa dell’anti-universalismo la sua bandiera. Di queste posizioni il libro fa il suo oggetto d’indagine mediante la ricostruzione della genealogia intellettuale di Auerbach e Bachtin e mediante la verifica dei loro strumenti critici su alcuni testi chiave della letteratura moderna.

Auerbach contro Bachtin. Il serio, il comico e la teoria del romanzo

Marco Fontana
In corso di stampa

Abstract

Il paragone tra Auerbach e Bachtin non riguarda solo specifici problemi di teoria letteraria, ma è anche il segno di una divergenza politica e di un modo diverso di intendere l’ingresso del romanzo nella modernità. Per Auerbach l’emancipazione moderna si riflette nella rappresentazione seria del quotidiano; per Bachtin, invece, la rottura della distanza epica che ha fatto sorgere il romanzo passa per la forza generatrice del comico. Attraverso un itinerario lungo Mimesis, questo studio legge la teoria di Auerbach integrandola con quella di Bachtin e ragiona su uno scontro a distanza che non si gioca solo sul piano dell’interpretazione testuale, ma che coinvolge l’intera filosofia della storia dei due critici. Si articola così un’opposizione metodologica e politica tra il critico che crede ancora nell’universalità di alcuni valori e il critico che fa dell’anti-universalismo la sua bandiera. Di queste posizioni il libro fa il suo oggetto d’indagine mediante la ricostruzione della genealogia intellettuale di Auerbach e Bachtin e mediante la verifica dei loro strumenti critici su alcuni testi chiave della letteratura moderna.
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