Per le opere d’arte di autore defunto non dichiarate di interesse culturale ex art. 13 del d. lgs. n. 42 del 2004 (codice dei beni culturali) l’uscita dal territorio nazionale italiano è subordinata (ove l’esecuzione dell’opera risalga ad oltre settant’anni) al rilascio dell’attestato di libera circolazione ex art. 65 del d. lgs. n. 42 del 2004 da parte dell’Ufficio esportazione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (ora Ministero della cultura): il diniego di tale attestato deve essere motivato mediante l’indicazione del pregiudizio che dalla circolazione internazionale dell’opera possa derivare al patrimonio culturale italiano, pertanto, in assenza di adeguata motivazione sul punto, anche in considerazione della presenza di altre opere del medesimo artista sul territorio nazionale, il diniego ben può essere annullato dal giudice amministrativo, anche nel caso in cui sia mancata l’impugnazione del provvedimento di dichiarazione di interesse culturale, emanato ad esito del procedimento avviato (ex art. 68, VI co., del d. lgs. n. 42 del 2004) con comunicazione notificata contestualmente al diniego dell’attestato di libera circolazione internazionale, provvedimento a cui consegue il divieto di uscita definitiva dal territorio nazionale (nella specie, riguardante l’assemblaggio SC1 in sacco stoffa filo e acrilico, realizzato nel 1954 da Alberto Burri, poi defunto nel 1995, la Corte conferma la pronuncia di annullamento emessa dal Consiglio di Stato, il quale ha precisato che, sebbene non applicabile “ratione temporis” al procedimento in questione, l’innalzamento da 50 a 70 anni del limite di cui all’art. 65 del d. lgs. n. 42 del 2004, stabilito dalla legge annuale per il mercato e la concorrenza n. 124 del 2017, rivela la volontà legislativa di favorire la libera circolazione dei beni nel mercato dell’arte).

La tormentata vicenda dell'esportazione del 'Sacco' di Burri a cavallo tra diritto dei beni culturali e diritto d'autore

Bruno Munari
2021-01-01

Abstract

Per le opere d’arte di autore defunto non dichiarate di interesse culturale ex art. 13 del d. lgs. n. 42 del 2004 (codice dei beni culturali) l’uscita dal territorio nazionale italiano è subordinata (ove l’esecuzione dell’opera risalga ad oltre settant’anni) al rilascio dell’attestato di libera circolazione ex art. 65 del d. lgs. n. 42 del 2004 da parte dell’Ufficio esportazione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (ora Ministero della cultura): il diniego di tale attestato deve essere motivato mediante l’indicazione del pregiudizio che dalla circolazione internazionale dell’opera possa derivare al patrimonio culturale italiano, pertanto, in assenza di adeguata motivazione sul punto, anche in considerazione della presenza di altre opere del medesimo artista sul territorio nazionale, il diniego ben può essere annullato dal giudice amministrativo, anche nel caso in cui sia mancata l’impugnazione del provvedimento di dichiarazione di interesse culturale, emanato ad esito del procedimento avviato (ex art. 68, VI co., del d. lgs. n. 42 del 2004) con comunicazione notificata contestualmente al diniego dell’attestato di libera circolazione internazionale, provvedimento a cui consegue il divieto di uscita definitiva dal territorio nazionale (nella specie, riguardante l’assemblaggio SC1 in sacco stoffa filo e acrilico, realizzato nel 1954 da Alberto Burri, poi defunto nel 1995, la Corte conferma la pronuncia di annullamento emessa dal Consiglio di Stato, il quale ha precisato che, sebbene non applicabile “ratione temporis” al procedimento in questione, l’innalzamento da 50 a 70 anni del limite di cui all’art. 65 del d. lgs. n. 42 del 2004, stabilito dalla legge annuale per il mercato e la concorrenza n. 124 del 2017, rivela la volontà legislativa di favorire la libera circolazione dei beni nel mercato dell’arte).
2021
2021/6
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