L’intervento vuole proporre una riflessione su una serie di oreficerie tardomedievali d’ambito sacro e profano, generalmente attribuite dalla critica quali oggetti di produzione veneziana. Si tratta di manufatti databili al secolo XV, conservati non solo a Venezia, ma variamente sparsi tra la penisola italiana e l’Europa. La complessità degli oggetti esaminati, come il Reliquiario di Sant’Erina appartenente al Tesoro della Basilica di San Lorenzo a Firenze, o la coppia di fiasche delle Gallerie Estensi di Modena, rivela l’assimilazione di elementi provenienti dalla cultura orafa franco-olandese. Infatti, la ricca ornamentazione a paste vitree presente in questi manufatti permetterebbe un collegamento con le coeve produzioni orafe tardogotiche delle Fiandre e della Borgogna. Questo decoro, costituito da piccole stelle, mezzi soli e raggi in argento applicati su sfondo smaltato, caratterizza le superfici di diverse oreficerie, tra le quali il Reliquiario di Santa Leocadia della Cattedrale di Santa Maria de Toledo, un ostensorio della cattedrale di San Nicolò a Ossero, in Croazia, o ancora il Reliquiario di Sant’Isidoro del Tesoro della Basilica di San Marco. Le caratteristiche di quest’ultimo manufatto consentono inoltre di porsi in relazione con un gruppo di oreficerie rinviabili alla bottega di Zuane Lion da Colonia, un orafo tedesco documentato a Venezia nella seconda metà del secolo XV. La varietà e la ricchezza di questi materiali mostrano quindi come, nel secolo considerato, la città lagunare non debba essere considerata un centro chiuso sulla propria produzione orafa, ma un luogo aperto in cui sono sedimentate le tracce di un’ampia circolazione di oggetti grazie alla compresenza di differenti direttrici di scambio, in particolare quelle provenienti dai centri tedeschi e dall’Europa nord-occidentale.

Dalle Fiandre a Venezia: osservazioni su alcune oreficerie preziose nell’Europa di XV secolo

Andrea Missagia
Writing – Original Draft Preparation
2024-01-01

Abstract

L’intervento vuole proporre una riflessione su una serie di oreficerie tardomedievali d’ambito sacro e profano, generalmente attribuite dalla critica quali oggetti di produzione veneziana. Si tratta di manufatti databili al secolo XV, conservati non solo a Venezia, ma variamente sparsi tra la penisola italiana e l’Europa. La complessità degli oggetti esaminati, come il Reliquiario di Sant’Erina appartenente al Tesoro della Basilica di San Lorenzo a Firenze, o la coppia di fiasche delle Gallerie Estensi di Modena, rivela l’assimilazione di elementi provenienti dalla cultura orafa franco-olandese. Infatti, la ricca ornamentazione a paste vitree presente in questi manufatti permetterebbe un collegamento con le coeve produzioni orafe tardogotiche delle Fiandre e della Borgogna. Questo decoro, costituito da piccole stelle, mezzi soli e raggi in argento applicati su sfondo smaltato, caratterizza le superfici di diverse oreficerie, tra le quali il Reliquiario di Santa Leocadia della Cattedrale di Santa Maria de Toledo, un ostensorio della cattedrale di San Nicolò a Ossero, in Croazia, o ancora il Reliquiario di Sant’Isidoro del Tesoro della Basilica di San Marco. Le caratteristiche di quest’ultimo manufatto consentono inoltre di porsi in relazione con un gruppo di oreficerie rinviabili alla bottega di Zuane Lion da Colonia, un orafo tedesco documentato a Venezia nella seconda metà del secolo XV. La varietà e la ricchezza di questi materiali mostrano quindi come, nel secolo considerato, la città lagunare non debba essere considerata un centro chiuso sulla propria produzione orafa, ma un luogo aperto in cui sono sedimentate le tracce di un’ampia circolazione di oggetti grazie alla compresenza di differenti direttrici di scambio, in particolare quelle provenienti dai centri tedeschi e dall’Europa nord-occidentale.
2024
Medioevo europeo e mediterraneo. Scambi, circolazione e mobilità artistica
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