I territori che oggigiorno vanno sotto il nome di ‘Cina’ sono stati sede di una moltitudine di gruppi etnici e linguistici fin dalla preistoria, le cui interazioni hanno contribuito a plasmare un’ecologia linguistica molto diversificata. Gli studiosi concordano generalmente su una sorta di diglossia durante il periodo degli Stati Combattenti (453-222 a.C.) tra una varietà sinitica impiegata quale lingua franca interregionale e le diverse varietà locali. Queste ultime erano probabilmente ‘varietà ristrutturate’ della lingua franca parlata dalle élite, contenenti prestiti lessicali e tratti fonologici delle lingue di substrato. Lo studio di queste varietà diatopiche si basa su tre tipi di fonti, ognuna intrinsecamente limitata e parziale: a.) alcuni riferimenti nella letteratura recepta di epoca pre-imperiale; b.) alcune opere lessicografiche della successiva dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.); c.) alcuni elementi riscontrabili nei manoscritti su bambù o seta rinvenuti in contesto archeologico. Tra queste, gli ultimi sembrano costituire la fonte più promettente. Tuttavia, attraverso alcuni esempi, questo articolo sosterrà che molti casi ben noti di «variazione diatopica» rilevati nei testi manoscritti meritano ulteriore indagine e vanno dunque presi cum grano salis.

Linguistic Ecology in Early China: Pluralism and Uniformity

Michele Pulini
Writing – Original Draft Preparation
2024-01-01

Abstract

I territori che oggigiorno vanno sotto il nome di ‘Cina’ sono stati sede di una moltitudine di gruppi etnici e linguistici fin dalla preistoria, le cui interazioni hanno contribuito a plasmare un’ecologia linguistica molto diversificata. Gli studiosi concordano generalmente su una sorta di diglossia durante il periodo degli Stati Combattenti (453-222 a.C.) tra una varietà sinitica impiegata quale lingua franca interregionale e le diverse varietà locali. Queste ultime erano probabilmente ‘varietà ristrutturate’ della lingua franca parlata dalle élite, contenenti prestiti lessicali e tratti fonologici delle lingue di substrato. Lo studio di queste varietà diatopiche si basa su tre tipi di fonti, ognuna intrinsecamente limitata e parziale: a.) alcuni riferimenti nella letteratura recepta di epoca pre-imperiale; b.) alcune opere lessicografiche della successiva dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.); c.) alcuni elementi riscontrabili nei manoscritti su bambù o seta rinvenuti in contesto archeologico. Tra queste, gli ultimi sembrano costituire la fonte più promettente. Tuttavia, attraverso alcuni esempi, questo articolo sosterrà che molti casi ben noti di «variazione diatopica» rilevati nei testi manoscritti meritano ulteriore indagine e vanno dunque presi cum grano salis.
2024
CIX
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10278/5077341
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