Nel viaggio che Moresco compie da personaggio-pellegrino nei tre spazi, dei morti, dei vivi e degli increati, si apre nell’undicesimo capitolo dell’ultimo volume della trilogia una dimensione atemporale marcata soltanto dalla presenza dei morti. Fra i primi incontri che segnano l’approccio al continente dei non vivi c’è quello con lo ‘storico dei morti': «ma se esiste una storia dei vivi, come può esistere una storia dei morti?». Moresco, alla ricerca di una forma di racconto che consenta di orientare la comprensione del quotidiano fa leva sulla soggettività e sull’emotività: la cornice è quella di un dialogo immaginario tra il personaggio dell’autore e lo storico dei morti ma ciò̀ che ne emerge è una riflessione pensata sulla storia del mondo, sulla guerra e sul dolore di una madre per il figlio in una prospettiva di critica del presente.
«La storia dei morti»: Gli increati di Antonio Moresco e il paradigma ipermoderno
Giorgia Buso
2024-01-01
Abstract
Nel viaggio che Moresco compie da personaggio-pellegrino nei tre spazi, dei morti, dei vivi e degli increati, si apre nell’undicesimo capitolo dell’ultimo volume della trilogia una dimensione atemporale marcata soltanto dalla presenza dei morti. Fra i primi incontri che segnano l’approccio al continente dei non vivi c’è quello con lo ‘storico dei morti': «ma se esiste una storia dei vivi, come può esistere una storia dei morti?». Moresco, alla ricerca di una forma di racconto che consenta di orientare la comprensione del quotidiano fa leva sulla soggettività e sull’emotività: la cornice è quella di un dialogo immaginario tra il personaggio dell’autore e lo storico dei morti ma ciò̀ che ne emerge è una riflessione pensata sulla storia del mondo, sulla guerra e sul dolore di una madre per il figlio in una prospettiva di critica del presente.I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.