Nelle lingue naturali i nomi vengono classificati dal genere. L’attribuzione del genere segue delle norme di tipo semantico ispirate da specifiche interpretazioni del mondo da parte di una comunità di parlanti. Ad esempio in molte lingue si distinguono tre classi nominali: la classe maschile e quella femminile che appartengono al dominio degli esseri animati, e la classe neutra che invece è di pertinenza del regno inanimato. Esistono numerosissime lingue che, come l’italiano, presentano i nomi divisi nelle due classi: maschile femminile, entro il cui dominio rientrano anche nomi inanimati considerati invece neutri da altre lingue. In tal caso diciamo che l’attribuzione del genere è “arbitraria”. La maniera con la quale il genere, o la classe, marca il nome può essere costituita da morfemi legati allo stesso nome, o all’articolo, o all’aggettivo, o a tutti questi. La divisione dei nomi in classi si riflette nell’accordo degli altri elementi lessicali (come gli aggettivi, i determinanti e i verbi) con il nome. L’accordo con il nome è il fenomeno che dimostra l’esistenza di un genere. Ad esempio in italiano in una frase come la grande casa rossa è stata abbattuta è possibile osservare come con il nome concordino il verbo, l’articolo e un aggettivo; l’altro aggettivo non cambia la sua morfologia. In questa frase tutti gli elementi sono flessi al femminile. Al contrario nella frase il piccolo albero è stato abbattuto, tutti gli elementi concordano con il nome al maschile. Come è stato già osservato (Corbett, 1994) esiste una relazione stretta tra il genere e il numero, infatti in alcuni casi il genere si può rivelare diversamente al singolare e al plurale. Potremo osservare come questo fenomeno è riscontrabile anche nella LIS.

Esiste un genere in LIS?

Carmela Bertone
2008-01-01

Abstract

Nelle lingue naturali i nomi vengono classificati dal genere. L’attribuzione del genere segue delle norme di tipo semantico ispirate da specifiche interpretazioni del mondo da parte di una comunità di parlanti. Ad esempio in molte lingue si distinguono tre classi nominali: la classe maschile e quella femminile che appartengono al dominio degli esseri animati, e la classe neutra che invece è di pertinenza del regno inanimato. Esistono numerosissime lingue che, come l’italiano, presentano i nomi divisi nelle due classi: maschile femminile, entro il cui dominio rientrano anche nomi inanimati considerati invece neutri da altre lingue. In tal caso diciamo che l’attribuzione del genere è “arbitraria”. La maniera con la quale il genere, o la classe, marca il nome può essere costituita da morfemi legati allo stesso nome, o all’articolo, o all’aggettivo, o a tutti questi. La divisione dei nomi in classi si riflette nell’accordo degli altri elementi lessicali (come gli aggettivi, i determinanti e i verbi) con il nome. L’accordo con il nome è il fenomeno che dimostra l’esistenza di un genere. Ad esempio in italiano in una frase come la grande casa rossa è stata abbattuta è possibile osservare come con il nome concordino il verbo, l’articolo e un aggettivo; l’altro aggettivo non cambia la sua morfologia. In questa frase tutti gli elementi sono flessi al femminile. Al contrario nella frase il piccolo albero è stato abbattuto, tutti gli elementi concordano con il nome al maschile. Come è stato già osservato (Corbett, 1994) esiste una relazione stretta tra il genere e il numero, infatti in alcuni casi il genere si può rivelare diversamente al singolare e al plurale. Potremo osservare come questo fenomeno è riscontrabile anche nella LIS.
2008
I segni parlano- prospettive di ricerca sulla Lingua dei Segni Italiana
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