La storia non si studia esclusivamente sui testi, ma si studia prevalentemente sui testi; ogni studio storico dovrà quindi avere alla base un testo affidabile e sorvegliato. E i testi cristiani, compresi cronologicamente fra antichità e fine del Medioevo? Se il Rinascimento aveva mostrato tutta la propria sufficienza nei confronti dell’Età di Mezzo, a condannare in tronco la letteratura cristiana provvederà la filologia nata da una costola dell’Illuminismo. Spenta la foga ideologica dei lumi, non possiamo riconoscere la dignità dei testi (e di ogni altra manifestazione di cultura) cristiani come strumento per la comprensione della storia che ancora vive nel presente. Nella convinzione della loro importanza, e non solo per gli studiosi del cristianesimo, si esamina a mo’ di esempio il caso del De carnis resurrectione di Tertulliano, che il relatore sta pubblicando nella collana SC (nr. 638). Si spiega perché fosse opportuna una nuova edizione dopo le precedenti e in che modo quella che qui si presenta può essere considerata innovativa: non solo si riesamina la tradizione manoscritta medievale, ma si ricostruisceun manoscritto perduto. La presenza di un apparato di note a piè di pagina permette al lettore non solo di avvicinarsi al difficile testo di Tertulliano, ma anche di apprezzare in che misura le sue argomentazioni e le informazoni che si trovano nel testo siano frutto dell’inserimento da parte del Nostro e quanto invece sia legato alle fonti precedenti (Ireneo Giustino fonti gnostiche autori classici etc.), se è vero che la comprensione di ogni opera passa attraverso la comprensione dei suoi antecedenti.
La critique des textes comme discipline historique : l’exemple du De carnis resurrectione de Tertullien
Pietro Podolak
2024-01-01
Abstract
La storia non si studia esclusivamente sui testi, ma si studia prevalentemente sui testi; ogni studio storico dovrà quindi avere alla base un testo affidabile e sorvegliato. E i testi cristiani, compresi cronologicamente fra antichità e fine del Medioevo? Se il Rinascimento aveva mostrato tutta la propria sufficienza nei confronti dell’Età di Mezzo, a condannare in tronco la letteratura cristiana provvederà la filologia nata da una costola dell’Illuminismo. Spenta la foga ideologica dei lumi, non possiamo riconoscere la dignità dei testi (e di ogni altra manifestazione di cultura) cristiani come strumento per la comprensione della storia che ancora vive nel presente. Nella convinzione della loro importanza, e non solo per gli studiosi del cristianesimo, si esamina a mo’ di esempio il caso del De carnis resurrectione di Tertulliano, che il relatore sta pubblicando nella collana SC (nr. 638). Si spiega perché fosse opportuna una nuova edizione dopo le precedenti e in che modo quella che qui si presenta può essere considerata innovativa: non solo si riesamina la tradizione manoscritta medievale, ma si ricostruisceun manoscritto perduto. La presenza di un apparato di note a piè di pagina permette al lettore non solo di avvicinarsi al difficile testo di Tertulliano, ma anche di apprezzare in che misura le sue argomentazioni e le informazoni che si trovano nel testo siano frutto dell’inserimento da parte del Nostro e quanto invece sia legato alle fonti precedenti (Ireneo Giustino fonti gnostiche autori classici etc.), se è vero che la comprensione di ogni opera passa attraverso la comprensione dei suoi antecedenti.I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.