Le più antiche immagini buddhiste visibili nella regione del Ladakh, ossia nel cosiddetto Tibet indiano, nello stato del Jammu e Kashmir, consistono in rilievi litici raffiguranti Buddha e Bodhisattva, disseminati in varie zone del territorio e databili a partire dall’VIII sec. d.C. e non oltre l’XI. Tali immagini furono realizzate a scopo devozionale e per l’accumulo di meriti «karmici», come previsto dalla fede buddhista, e, nel caso di rilievi colossali, anche a scopo propagandistico con l’intento di affermare e sancire la forza del credo buddhista. I luoghi in cui furono scolpite queste figure vennero scelti con criteri prestabiliti, in base alla loro sacralità a livello geomantico, come nel caso delle grandi colline di pietra, oppure per la loro posizione strategica, intercettata dalle rotte mercantili e di pellegrinaggio, o poiché nei pressi di siti sacri, stupa o comunità buddhiste di cui oggi, nella maggioranza dei casi, non rimanere alcuna traccia. Questi rilievi sono stati oggetto per secoli di un culto discreto, e, nonostante momentanee fasi di abbandono, dovute a fattori di difficile individuazione, lo sono ancora oggi. Talora, a posteriori, essi sono stati inglobati in strutture, quali templi o edicole atti a contenerli, a circondarli o proteggerli, modificando in alcuni casi l’assetto urbano o il paesaggio e creando dei luoghi dall’aspetto rinnovato e con nuove funzioni. Questi siti, in alcuni casi abbandonati o dimenticati per lungo tempo, sono stati talvolta riscoperti e valorizzati dalla popolazione locale anche in seguito all’interesse per questi esempi artistici da parte di studiosi internazionali.

Rilievi litici buddhisti in Ladakh: il loro contesto paesaggistico e il loro significato simbolico e culturale fra tradizione e modernità

chiara bellini
2013-01-01

Abstract

Le più antiche immagini buddhiste visibili nella regione del Ladakh, ossia nel cosiddetto Tibet indiano, nello stato del Jammu e Kashmir, consistono in rilievi litici raffiguranti Buddha e Bodhisattva, disseminati in varie zone del territorio e databili a partire dall’VIII sec. d.C. e non oltre l’XI. Tali immagini furono realizzate a scopo devozionale e per l’accumulo di meriti «karmici», come previsto dalla fede buddhista, e, nel caso di rilievi colossali, anche a scopo propagandistico con l’intento di affermare e sancire la forza del credo buddhista. I luoghi in cui furono scolpite queste figure vennero scelti con criteri prestabiliti, in base alla loro sacralità a livello geomantico, come nel caso delle grandi colline di pietra, oppure per la loro posizione strategica, intercettata dalle rotte mercantili e di pellegrinaggio, o poiché nei pressi di siti sacri, stupa o comunità buddhiste di cui oggi, nella maggioranza dei casi, non rimanere alcuna traccia. Questi rilievi sono stati oggetto per secoli di un culto discreto, e, nonostante momentanee fasi di abbandono, dovute a fattori di difficile individuazione, lo sono ancora oggi. Talora, a posteriori, essi sono stati inglobati in strutture, quali templi o edicole atti a contenerli, a circondarli o proteggerli, modificando in alcuni casi l’assetto urbano o il paesaggio e creando dei luoghi dall’aspetto rinnovato e con nuove funzioni. Questi siti, in alcuni casi abbandonati o dimenticati per lungo tempo, sono stati talvolta riscoperti e valorizzati dalla popolazione locale anche in seguito all’interesse per questi esempi artistici da parte di studiosi internazionali.
2013
23 - 2013
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