Nel 1748 il domenicano milanese Giuseppe Allegranza (1713-1785), mosso da vivo interesse nei confronti dell’arte classica e cristiana, interrompe l’attività di docente di teologia e lascia la Lombardia per intraprendere un lungo itinerario di viaggio alla ricerca di antichi cimeli, effigi sacre ed iscrizioni, che lo porterà dapprima in Piemonte, in Liguria e nel Midi della Francia, poi a Napoli e infine - tra il 1750 e il 1751 - in Sicilia e a Malta. Nel 1755 il religioso torna a Milano e per i restanti trent’anni della sua vita continuerà a dedicarsi alle sue indagini di erudito, concentrandosi soprattutto sull’epigrafia e l’archeologia cristiana di area lombarda, ambito di ricerca oggetto di molteplici scritti (la sua opera più significativa è il De sepulcris christianis in aedibus sacris: accedunt inscriptiones sepulcrales christianaesaeculo septimo antiquiores in Insubria Austriaca repertae, del 1773). Dei reperti osservati e studiati nel corso delle sue trascorse trasferte restano numerose lettere e opuscoli, alcuni stampati di sua iniziativa, subito dopo il rientro in patria, altri pubblicati sul finire della sua esistenza, dal domenicano Isidoro Bianchi (1781), altri ancora pervenuti soltanto in versione manoscritta. In questa sede ci si concentrerà sulla penultima tappa del suo viaggio, la Sicilia, rivelatasi terreno assai fertile per le sue investigazioni antiquarie. Approdato a Messina nel dicembre del 1750 nel giro di qualche mese il domenicano percorre la costa orientale dell’isola verso sud, visitando Taormina, Acireale, Catania, Augusta, Lentini e Siracusa. Nell’estate del 1751, trasferitosi a Malta, scrive una serie di dissertazioni in forma di epistole, descrivendo e discettando su un’eterogenea serie di opere d’arte osservate de visu nelle città siciliane: statuette antiche, sarcofagi, icone bizantine, dipinti rinascimentali. Nello spazio del presente contributo si offriranno riflessioni e considerazioni sulle modalità di indagine utilizzate dall’Allegranza e sul suo gusto per la scoperta in luoghi lontani (a lui tanto stranieri quanto familiari, perché ad un tempo esotici e legati alla civiltà classica e all’orbe cristiano), ricchi di curiosità naturali, antiche trouvailles, testimonianze d’arte sacra.

"Trouvailles" of Antique and Sacred Objects. The First Sicilian Travel of the Dominican Friar Giuseppe Allegranza (1750-1751)

Simone Piazza
2024-01-01

Abstract

Nel 1748 il domenicano milanese Giuseppe Allegranza (1713-1785), mosso da vivo interesse nei confronti dell’arte classica e cristiana, interrompe l’attività di docente di teologia e lascia la Lombardia per intraprendere un lungo itinerario di viaggio alla ricerca di antichi cimeli, effigi sacre ed iscrizioni, che lo porterà dapprima in Piemonte, in Liguria e nel Midi della Francia, poi a Napoli e infine - tra il 1750 e il 1751 - in Sicilia e a Malta. Nel 1755 il religioso torna a Milano e per i restanti trent’anni della sua vita continuerà a dedicarsi alle sue indagini di erudito, concentrandosi soprattutto sull’epigrafia e l’archeologia cristiana di area lombarda, ambito di ricerca oggetto di molteplici scritti (la sua opera più significativa è il De sepulcris christianis in aedibus sacris: accedunt inscriptiones sepulcrales christianaesaeculo septimo antiquiores in Insubria Austriaca repertae, del 1773). Dei reperti osservati e studiati nel corso delle sue trascorse trasferte restano numerose lettere e opuscoli, alcuni stampati di sua iniziativa, subito dopo il rientro in patria, altri pubblicati sul finire della sua esistenza, dal domenicano Isidoro Bianchi (1781), altri ancora pervenuti soltanto in versione manoscritta. In questa sede ci si concentrerà sulla penultima tappa del suo viaggio, la Sicilia, rivelatasi terreno assai fertile per le sue investigazioni antiquarie. Approdato a Messina nel dicembre del 1750 nel giro di qualche mese il domenicano percorre la costa orientale dell’isola verso sud, visitando Taormina, Acireale, Catania, Augusta, Lentini e Siracusa. Nell’estate del 1751, trasferitosi a Malta, scrive una serie di dissertazioni in forma di epistole, descrivendo e discettando su un’eterogenea serie di opere d’arte osservate de visu nelle città siciliane: statuette antiche, sarcofagi, icone bizantine, dipinti rinascimentali. Nello spazio del presente contributo si offriranno riflessioni e considerazioni sulle modalità di indagine utilizzate dall’Allegranza e sul suo gusto per la scoperta in luoghi lontani (a lui tanto stranieri quanto familiari, perché ad un tempo esotici e legati alla civiltà classica e all’orbe cristiano), ricchi di curiosità naturali, antiche trouvailles, testimonianze d’arte sacra.
2024
Discovering Medieval Art while Looking for Antiquity Travellers in Southern Europe (17th - Early 19th Centuries)
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10278/5061623
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