L’alfabeto, o meglio, gli alfabeti, che caratterizzano la storia epigrafica di Siracusa arcaica e delle sue ‘sub-colonie’ sono stati al centro di un lungo dibattito tra gli studiosi di epigrafia e, in particolare, di epigrafia siceliota, a causa delle apparenti discrepanze paleografiche che mostrano i pochi documenti a noi pervenuti. A partire dal più antico documento, l’unico di evidente ascendenza corinzia, l’iscrizione graffita su pisside, passando per la nota iscrizione sul crepidoma del tempio di Apollo, fino ad arrivare ai documenti iscritti donati a Olimpia e Delfi, si assiste infatti a una evoluzione dell’alfabeto che sembra mostrare i segni di un adattamento al contesto politico economico e culturale di insediamento più spiccato di quanto non si rilevi in altre poleis, sia in occidente che in Grecia propria. Già Arena ha rilevato questa evoluzione, attribuendola a ragioni pratiche: la maggiore intelligibilità dell’alfabeto, quando Siracusa assunse un ruolo centrale tra Sicilia e Grecia; fenomeni che potremmo definire di ‘assimilazione epigrafica’, quando Gela si espanse verso oriente, avvicinandosi ai domini siracusani e ad Akrai. Il mio intervento intende contribuire alla discussione oggetto della tavola rotonda presentando il caso studio dell’epigrafia di Siracusa e delle sue ‘sub-colonie’ sotto una luce nuova, che permetta di guardare ai documenti nel più ampio contesto di insediamento della città – e dunque al coevo sviluppo paleografico delle altre poleis e degli insediamenti indigeni – riflettendo anche sulla convenienza di un parametro interpretativo come quello identitario per studiare le modalità di scrittura e sulla necessità di indagare gli aspetti paleografici dei testi attraverso chiavi di lettura più pragmatiche, come l’intelligibilità della scrittura, la materialità degli oggetti, la diffusione delle ‘mode’ epigrafiche a seguito delle relazioni politiche ed economiche storicamente documentate.

Alfabeti e scritture nella Siracusa arcaica: per un superamento della prospettiva identitaria

Valentina Mignosa
In corso di stampa

Abstract

L’alfabeto, o meglio, gli alfabeti, che caratterizzano la storia epigrafica di Siracusa arcaica e delle sue ‘sub-colonie’ sono stati al centro di un lungo dibattito tra gli studiosi di epigrafia e, in particolare, di epigrafia siceliota, a causa delle apparenti discrepanze paleografiche che mostrano i pochi documenti a noi pervenuti. A partire dal più antico documento, l’unico di evidente ascendenza corinzia, l’iscrizione graffita su pisside, passando per la nota iscrizione sul crepidoma del tempio di Apollo, fino ad arrivare ai documenti iscritti donati a Olimpia e Delfi, si assiste infatti a una evoluzione dell’alfabeto che sembra mostrare i segni di un adattamento al contesto politico economico e culturale di insediamento più spiccato di quanto non si rilevi in altre poleis, sia in occidente che in Grecia propria. Già Arena ha rilevato questa evoluzione, attribuendola a ragioni pratiche: la maggiore intelligibilità dell’alfabeto, quando Siracusa assunse un ruolo centrale tra Sicilia e Grecia; fenomeni che potremmo definire di ‘assimilazione epigrafica’, quando Gela si espanse verso oriente, avvicinandosi ai domini siracusani e ad Akrai. Il mio intervento intende contribuire alla discussione oggetto della tavola rotonda presentando il caso studio dell’epigrafia di Siracusa e delle sue ‘sub-colonie’ sotto una luce nuova, che permetta di guardare ai documenti nel più ampio contesto di insediamento della città – e dunque al coevo sviluppo paleografico delle altre poleis e degli insediamenti indigeni – riflettendo anche sulla convenienza di un parametro interpretativo come quello identitario per studiare le modalità di scrittura e sulla necessità di indagare gli aspetti paleografici dei testi attraverso chiavi di lettura più pragmatiche, come l’intelligibilità della scrittura, la materialità degli oggetti, la diffusione delle ‘mode’ epigrafiche a seguito delle relazioni politiche ed economiche storicamente documentate.
In corso di stampa
Atti del 60° Convegno Internazionale di Studi sulla Magna Grecia, Magna Grecia e Sicilia. Storie e strutture a confronto tra VII e V sec. a.C.
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