Questo libro prende in esame, grazie ad indagini sul campo, approfondimenti bibliografici, ricerche d’archivio e nuove campagne di documentazione fotografica, sette testimonianze artistiche, databili fra VI e XIII secolo, appartenenti a Lentini, centro della Sicilia orientale a metà strada fra Catania e Siracusa, le cui origini risalgono all’epoca dell’antica Grecia. Si tratta di una basilica extra muros, con resti di opus sectile, recinzione liturgica e mosaico absidale, emersa da uno scavo archeologico di un secolo fa e poi rinterrata; di un cofanetto d’avorio a motivi aniconici, con decorazione bicroma e aggiunte in oro, realizzato per custodire una reliquia della Passione; di una stauroteca a cassetta e coperchio scorrevole, contenente un bassorilievo in steatite con l’effige degli imperatori Elena e Costantino; di una piccola campana in bronzo con inciso – caso assai raro – il versetto di un salmo in caratteri greci; delle tracce di un monumentale Giudizio Universale dipinto all’interno di un santuario rupestre; dell’immagine di una Deesis conservata in un arcosolio dell’Ex Cattedrale associato alla tomba dei martiri Alfio, Filadelfo e Cirino; di un’icona-palladio alta quasi due metri raffigurante un’Odigitria con tanto di dedica dell’evangelista Luca ai lentinesi. Opere riconducibili, direttamente o indirettamente, alla cultura artistica bizantina, preziose per questa ragione, ma anche e soprattutto perché superstiti rappresentanti di un patrimonio originariamente ingente, ricco e stratificato, andato quasi interamente perduto a causa di terremoti, abbandoni, dispersioni.

Arte bizantina a Lentini. Opere e tradizioni da un’antica città della Sicilia orientale (VI-XIII secolo)

Piazza, Simone
2024-01-01

Abstract

Questo libro prende in esame, grazie ad indagini sul campo, approfondimenti bibliografici, ricerche d’archivio e nuove campagne di documentazione fotografica, sette testimonianze artistiche, databili fra VI e XIII secolo, appartenenti a Lentini, centro della Sicilia orientale a metà strada fra Catania e Siracusa, le cui origini risalgono all’epoca dell’antica Grecia. Si tratta di una basilica extra muros, con resti di opus sectile, recinzione liturgica e mosaico absidale, emersa da uno scavo archeologico di un secolo fa e poi rinterrata; di un cofanetto d’avorio a motivi aniconici, con decorazione bicroma e aggiunte in oro, realizzato per custodire una reliquia della Passione; di una stauroteca a cassetta e coperchio scorrevole, contenente un bassorilievo in steatite con l’effige degli imperatori Elena e Costantino; di una piccola campana in bronzo con inciso – caso assai raro – il versetto di un salmo in caratteri greci; delle tracce di un monumentale Giudizio Universale dipinto all’interno di un santuario rupestre; dell’immagine di una Deesis conservata in un arcosolio dell’Ex Cattedrale associato alla tomba dei martiri Alfio, Filadelfo e Cirino; di un’icona-palladio alta quasi due metri raffigurante un’Odigitria con tanto di dedica dell’evangelista Luca ai lentinesi. Opere riconducibili, direttamente o indirettamente, alla cultura artistica bizantina, preziose per questa ragione, ma anche e soprattutto perché superstiti rappresentanti di un patrimonio originariamente ingente, ricco e stratificato, andato quasi interamente perduto a causa di terremoti, abbandoni, dispersioni.
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