Questo libro prende in esame, tramite indagini sul campo, ricerche d’archivio e nuove campagne fotografiche, sette testimonianze artistiche appartenenti a Lentini, centro della costa orientale della Sicilia, a metà strada fra Catania e Siracusa, le cui origini risalgono all’epoca dell'antica Grecia: i resti di una basilica paleobizantina, con marmi e tessere musive, scoperti nel corso di uno scavo archeologico degli anni Venti del secolo scorso; un cofanetto d’avorio a decorazione aniconica realizzato per contenere una reliquia della Passione; una stauroteca in steatite con l’effigie degli imperatori Elena e Costantino; una piccola campana in bronzo con iscrizione in greco; le tracce di un monumentale Giudizio Universale all’interno di un santuario rupestre; una Deesis dipinta all’interno di un arcosolio annesso all’Ex cattedrale; un’icona-palladio alta quasi due metri raffigurante l’immagine dell’Odigitria. Opere tutte riconducibili, direttamente o indirettamente, alla cultura artistica bizantina, databili fra VI e XIII secolo, preziose per questa ragione, ma anche e soprattutto perché rari e tangibili frammenti di memoria di un patrimonio ricco ed importante, andato quasi del tutto perduto a causa di terremoti, abbandoni, dispersioni, depredazioni.

Arte bizantina a Lentini. Opere e tradizioni da un’antica città della Sicilia orientale (VI-XIII secolo)

Piazza, Simone
2024-01-01

Abstract

Questo libro prende in esame, tramite indagini sul campo, ricerche d’archivio e nuove campagne fotografiche, sette testimonianze artistiche appartenenti a Lentini, centro della costa orientale della Sicilia, a metà strada fra Catania e Siracusa, le cui origini risalgono all’epoca dell'antica Grecia: i resti di una basilica paleobizantina, con marmi e tessere musive, scoperti nel corso di uno scavo archeologico degli anni Venti del secolo scorso; un cofanetto d’avorio a decorazione aniconica realizzato per contenere una reliquia della Passione; una stauroteca in steatite con l’effigie degli imperatori Elena e Costantino; una piccola campana in bronzo con iscrizione in greco; le tracce di un monumentale Giudizio Universale all’interno di un santuario rupestre; una Deesis dipinta all’interno di un arcosolio annesso all’Ex cattedrale; un’icona-palladio alta quasi due metri raffigurante l’immagine dell’Odigitria. Opere tutte riconducibili, direttamente o indirettamente, alla cultura artistica bizantina, databili fra VI e XIII secolo, preziose per questa ragione, ma anche e soprattutto perché rari e tangibili frammenti di memoria di un patrimonio ricco ed importante, andato quasi del tutto perduto a causa di terremoti, abbandoni, dispersioni, depredazioni.
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