All’origine del famoso palio rinascimentale dei barberi esiste, durante il Basso Medioevo, una pratica ludica diffusa nell’Italia centro-settentrionale: il palio di cavalli “scossi”. Lo scopo di questo contributo è di evidenziare il profondo legame nella regione veneta tra questi palii cittadini e le alterne fortune delle Signorie tra XIII e XV secolo. Verona, Vicenza e Padova costituiscono una tripletta solidale, accomunate tra loro dalle imprese politiche di dinastie signorili (da Romano, Estensi, Carraresi, della Scala) che di volta in volta hanno governato, conquistato e liberato le città venete. In particolare, concentreremo la nostra analisi intorno a due fuochi: la dinastia dei da Romano e la città di Verona, legati insieme alla prima attestazione storica del palio in quest’area (1207). Le vicende di Ezzelino II e III da Romano sono emblematiche della doppia accezione che il palio cittadino assume nei confronti del potere politico: da una parte, strumento di governo della Signoria, come espressione di potere e prestigio; dall’altra, una modalità propria del popolo di festeggiare la fine di un dominio sofferto, un potere oppressivo. Il caso dei da Romano è interessante anche per mappare le relazioni con altre Signorie che, in misura minore, hanno governato la regione e celebrato (o subito) il palio. La città di Verona rappresenta un nodo centrale di questa mappa: i suoi statuti comunali attestano uno dei primi palii in assoluto, mentre sotto gli Scaligeri, che succedono a Ezzelino III al governo della città, entra in conflitto con Firenze e subisce un palio d’assedio (1338), variante toscana del palio cittadino. Il caso di Verona e dei suoi palii diventa allora importante per riflettere sulle più complesse forme medievali di dominio politico ed espressione pubblica del potere.
«Coloro che corrono a Verona il drappo verde». Il palio come strumento politico, tra Signorie e città venete
Nicola Martellozzo
2020-01-01
Abstract
All’origine del famoso palio rinascimentale dei barberi esiste, durante il Basso Medioevo, una pratica ludica diffusa nell’Italia centro-settentrionale: il palio di cavalli “scossi”. Lo scopo di questo contributo è di evidenziare il profondo legame nella regione veneta tra questi palii cittadini e le alterne fortune delle Signorie tra XIII e XV secolo. Verona, Vicenza e Padova costituiscono una tripletta solidale, accomunate tra loro dalle imprese politiche di dinastie signorili (da Romano, Estensi, Carraresi, della Scala) che di volta in volta hanno governato, conquistato e liberato le città venete. In particolare, concentreremo la nostra analisi intorno a due fuochi: la dinastia dei da Romano e la città di Verona, legati insieme alla prima attestazione storica del palio in quest’area (1207). Le vicende di Ezzelino II e III da Romano sono emblematiche della doppia accezione che il palio cittadino assume nei confronti del potere politico: da una parte, strumento di governo della Signoria, come espressione di potere e prestigio; dall’altra, una modalità propria del popolo di festeggiare la fine di un dominio sofferto, un potere oppressivo. Il caso dei da Romano è interessante anche per mappare le relazioni con altre Signorie che, in misura minore, hanno governato la regione e celebrato (o subito) il palio. La città di Verona rappresenta un nodo centrale di questa mappa: i suoi statuti comunali attestano uno dei primi palii in assoluto, mentre sotto gli Scaligeri, che succedono a Ezzelino III al governo della città, entra in conflitto con Firenze e subisce un palio d’assedio (1338), variante toscana del palio cittadino. Il caso di Verona e dei suoi palii diventa allora importante per riflettere sulle più complesse forme medievali di dominio politico ed espressione pubblica del potere.File | Dimensione | Formato | |
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