È ancora possibile, vista la nuova condizione socio-economica di benessere “di maggioranza”, individuare una classe subalterna? Pensando all'assetto globale contemporaneo, forse possiamo tornare al dubbio di Gramsci e spostare lo sguardo al di là dei confini nazionali, guardando a quei gruppi che vivono fuori dagli stati, tra di essi, marginali per definizione e subalterni di fatto. Non è pensabile affrontare qui le implicazioni di questo “semplice” cambio di prospettiva, ma possiamo iniziare a considerare ciò che rende possibile la marginalità, e che allo stesso tempo è alla base di numerosi processi identitari: il confine. Del resto, una nazione si definisce sulla base dei suoi confini, e lo stesso concetto di popolo si lega molto presto alla questione delle frontiere. La creazione, l'irrigidimento e la moltiplicazione dei confini, territoriali o meno, sono parte integrante delle costruzioni identitarie, ma rappresentano anche delle pratiche egemoniche che mettono drammaticamente “fuori gioco” gruppi e comunità.

Echi alla periferia del popolo: il ruolo dei confini nelle costruzioni identitarie

Nicola Martellozzo
2020-01-01

Abstract

È ancora possibile, vista la nuova condizione socio-economica di benessere “di maggioranza”, individuare una classe subalterna? Pensando all'assetto globale contemporaneo, forse possiamo tornare al dubbio di Gramsci e spostare lo sguardo al di là dei confini nazionali, guardando a quei gruppi che vivono fuori dagli stati, tra di essi, marginali per definizione e subalterni di fatto. Non è pensabile affrontare qui le implicazioni di questo “semplice” cambio di prospettiva, ma possiamo iniziare a considerare ciò che rende possibile la marginalità, e che allo stesso tempo è alla base di numerosi processi identitari: il confine. Del resto, una nazione si definisce sulla base dei suoi confini, e lo stesso concetto di popolo si lega molto presto alla questione delle frontiere. La creazione, l'irrigidimento e la moltiplicazione dei confini, territoriali o meno, sono parte integrante delle costruzioni identitarie, ma rappresentano anche delle pratiche egemoniche che mettono drammaticamente “fuori gioco” gruppi e comunità.
2020
43
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