Uso e diffusione del quadrilobo a Padova: alcune osservazioni per la pittura ad affresco di XIV secolo

This article aims to provide an overview of the birth, subsequent development, and diffusion of the quadrilobe in the Paduan context, an ornamental motif closely related to late medieval fresco painting. The first evidence of this motif dates back to the early fourteenth century and can be found in relation to the frescoes created by Giotto in the environments of the Basilica and Convent of Sant’Antonio, as well as in the decorative registers of the Scrovegni Chapel. Within the century considered, it is possible to observe how the quadrilobe was constantly used by the Giottesque artists operating in Padua. Tracing the evolutionary steps of Trecento city painting, the fortune of this motif has been observed starting from the legacy of the Master of the Scrovegni Choir, continuing with Pietro da Rimini, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, and Jacopo Avanzi, and ending at the end of the century with Jacopo da Verona. The evidence collected in this article attests to the presence of the quadrilobe inside buildings of different nature, both public and private, as well as in residences and environments related to the court of the Carraresi Signoria.

Questo articolo vuole offrire uno sguardo sulla nascita e sul conseguente sviluppo e diffusione nel contesto padovano del quadrilobo, un motivo ornamentale strettamente connesso alla pittura tardomedievale ad affresco. Datate ai primi anni del XIV secolo, le prime testimonianze di questo motivo si possono individuare in relazione agli affreschi realizzati da Giotto negli ambienti della Basilica e Convento di Sant’Antonio, così come nei registri decorativi della Cappella degli Scrovegni. All’interno del secolo considerato, è possibile constatare come il quadrilobo abbia avuto un costante utilizzo da parte degli artisti giotteschi operanti a Padova. Ripercorse le tappe evolutive della pittura trecentesca cittadina, si è osservata la fortuna di questo motivo a partire dal lascito del Maestro del coro Scrovegni, proseguendo con Pietro da Rimini, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio e Jacopo Avanzi, terminando quindi sul finire del secolo con Jacopo da Verona. Le testimonianze raccolte nel presente scritto attestano la presenza del quadrilobo all’interno di edifici di culto di natura differente, sia pubblici che privati, così come nelle residenze e negli ambienti legati alla corte della Signoria dei Carraresi.