Il volume ripercorre la genesi e l’evoluzione delle libertà di manifestazione del pensiero negli ordinamenti politici, a partire del V secolo a.C., analizzando, nel contesto storico, gli aspetti filosofici e giuridici di quello che è divenuto oggi un diritto fondamentale riconosciuto a livello internazionale. L’opera analizza, quindi, il connubio indissolubile tra libertà di stampa e costituzionalismo ed limiti alla libertà di manifestazione del pensiero, in particolare in relazione all’istituto della privacy. L’evoluzione millenaria del pensiero filosofico, politico e del diritto, a partire dalla pòlis greca, ha portato a considerare il diritto a manifestare liberamente il pensiero con la parola, con lo scritto e con ogni altro mezzo di comunicazione (art. 21 Cost. italiana), tra i diritti naturali (e per questo fondamentali). Non si tratta di un diritto riconosciuto ai soli cittadini di uno Stato, ma a tutti gli uomini. La libertà di manifestazione del pensiero è riconosciuta da tutte le moderne Costituzioni adottate degli Stati democratici, sancita dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dell’Onu del 1948 e tutelata dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 1950 e dal Patto internazionale di New York sui diritti civili e politici del 1966. L’affermazione di questo diritto è frutto di un percorso durato duemila e cinquecento anni, a partire dalla Grecia del V secolo a.C. (contrapposizione nomos e physis), passando per la Rivoluzione francese ed il periodo napoleonico, che hanno segnato la conquista definitiva della libertà di opinione, divenuta nel frattempo libertà di stampa.
Libertà di pensiero. Genesi ed evoluzione della libertà di manifestazione del pensiero negli ordinamenti politici dal V secolo A.C.
Marsili M
Writing – Original Draft Preparation
2011-01-01
Abstract
Il volume ripercorre la genesi e l’evoluzione delle libertà di manifestazione del pensiero negli ordinamenti politici, a partire del V secolo a.C., analizzando, nel contesto storico, gli aspetti filosofici e giuridici di quello che è divenuto oggi un diritto fondamentale riconosciuto a livello internazionale. L’opera analizza, quindi, il connubio indissolubile tra libertà di stampa e costituzionalismo ed limiti alla libertà di manifestazione del pensiero, in particolare in relazione all’istituto della privacy. L’evoluzione millenaria del pensiero filosofico, politico e del diritto, a partire dalla pòlis greca, ha portato a considerare il diritto a manifestare liberamente il pensiero con la parola, con lo scritto e con ogni altro mezzo di comunicazione (art. 21 Cost. italiana), tra i diritti naturali (e per questo fondamentali). Non si tratta di un diritto riconosciuto ai soli cittadini di uno Stato, ma a tutti gli uomini. La libertà di manifestazione del pensiero è riconosciuta da tutte le moderne Costituzioni adottate degli Stati democratici, sancita dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dell’Onu del 1948 e tutelata dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 1950 e dal Patto internazionale di New York sui diritti civili e politici del 1966. L’affermazione di questo diritto è frutto di un percorso durato duemila e cinquecento anni, a partire dalla Grecia del V secolo a.C. (contrapposizione nomos e physis), passando per la Rivoluzione francese ed il periodo napoleonico, che hanno segnato la conquista definitiva della libertà di opinione, divenuta nel frattempo libertà di stampa.File | Dimensione | Formato | |
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