Una vita sotto sorveglianza: Erasing David di Bond

Nell’ultimo ventennio abbiamo assistito ad un panorama visivo sempre più contrassegnato da modalità di figurazione dei corpi attivate dalla perva- sività di dispositivi scopici. In tale cornice, centrale diviene il trattamento delle individualità: alla stregua di oggetti figurativi, sfruttando istanze del quotidiano e in particolare pratiche di self mediation, l’incessante profila- zione dei corpi rende questi veri e propri spazi espositivi. All’interno di tale bacino, a dialogare fortemente con tale regime del visibile è la narrazione biografica, in grado di «modularsi secondo le attese [...] e le mode», facendo del ricorso a immagini prodotte da dispositivi del controllo forma narrativa esibita e dei corpi luoghi del proprio esercizio. Un film che condensa tale rimodulazione visiva è il lavoro del 2010 Erasing David del regista e pro- duttore britannico David Bond, definito dallo stesso regista documentario “sulla privacy, la sorveglianza e i database”.