L’obiettivo del presente articolo è quello di mostrare la risonanza di Federico García Lorca nel panorama culturale italiano attraverso un breve studio di due traduzioni di una delle sue poesie. La ricezione delle opere dell’autore andaluso è inevitabilmente legata alla sua tragica morte a seguito della quale nacque l’interesse per la poesia spagnola contemporanea, tradotta in misura ragguardevole proprio da quel momento. García Lorca fu giustiziato dai franchisti agli esordi della guerra civile spagnola, nel 1936, e ancora oggi si cercano i resti del suo corpo, probabilmente gettati in una fossa comune. Il celeberrimo Llanto por Ignacio Sánchez Mejías, pubblicato in Spagna nel 1935, rappresenta un testo che si distinse per la notorietà raggiunta e per la curiosità suscitata nei poeti italiani, a tal punto da contare un gran numero di versioni tradotte nella nostra lingua. L’opera racconta la tragica fine del torero Ignacio Sánchez Mejías, intellettuale e amico di García Lorca, morto a seguito delle ferite riportate nell’arena di Marzanares, dove “alle cinque della sera” aveva luogo lo “spettacolo” della corrida. In questo articolo vengono analizzate le traduzioni realizzate dallo scrittore siciliano Leonardo Sciascia e dal filologo ispanista Giovanni Caravaggi. Viene posto in evidenza l’atteggiamento, spesso divergente, dei due traduttori: mentre Sciascia privilegia un approccio realistico e un’aderenza fedele al testo originale, Caravaggi utilizza anche elementi supplementari con scelte traduttologiche più personalizzate proprio al fine di cogliere le significative sfumature che danno vita all’alta suggestione lirica del Llanto.
«¡Ay qué terribles cinco de la tarde!»: due traduzioni italiane di un grido di dolore lorchiano
Alessandra Criscuolo
2021-01-01
Abstract
L’obiettivo del presente articolo è quello di mostrare la risonanza di Federico García Lorca nel panorama culturale italiano attraverso un breve studio di due traduzioni di una delle sue poesie. La ricezione delle opere dell’autore andaluso è inevitabilmente legata alla sua tragica morte a seguito della quale nacque l’interesse per la poesia spagnola contemporanea, tradotta in misura ragguardevole proprio da quel momento. García Lorca fu giustiziato dai franchisti agli esordi della guerra civile spagnola, nel 1936, e ancora oggi si cercano i resti del suo corpo, probabilmente gettati in una fossa comune. Il celeberrimo Llanto por Ignacio Sánchez Mejías, pubblicato in Spagna nel 1935, rappresenta un testo che si distinse per la notorietà raggiunta e per la curiosità suscitata nei poeti italiani, a tal punto da contare un gran numero di versioni tradotte nella nostra lingua. L’opera racconta la tragica fine del torero Ignacio Sánchez Mejías, intellettuale e amico di García Lorca, morto a seguito delle ferite riportate nell’arena di Marzanares, dove “alle cinque della sera” aveva luogo lo “spettacolo” della corrida. In questo articolo vengono analizzate le traduzioni realizzate dallo scrittore siciliano Leonardo Sciascia e dal filologo ispanista Giovanni Caravaggi. Viene posto in evidenza l’atteggiamento, spesso divergente, dei due traduttori: mentre Sciascia privilegia un approccio realistico e un’aderenza fedele al testo originale, Caravaggi utilizza anche elementi supplementari con scelte traduttologiche più personalizzate proprio al fine di cogliere le significative sfumature che danno vita all’alta suggestione lirica del Llanto.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Ay_que_terribles_cinco_de_la_tarde_due.pdf
non disponibili
Descrizione: Articolo su rivista
Tipologia:
Versione dell'editore
Licenza:
Accesso chiuso-personale
Dimensione
190.83 kB
Formato
Adobe PDF
|
190.83 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.