Oggetto del contributo è il restauro delle grandi pitture murali moderne che decorano le pareti absidali della chiesa romana di Santa Chiara. L’edificio sacro, caratterizzato da una pianta circolare e sormontanto da una grande cupola, fu costruito alla fine degli anni Cinquanta nel quartiere denominato ‘Vigna Clara’, su progetto dell’architetto Alberto Ressa. Nel 1964-65 fu commissionata al pittore Mariano Villalta Lapayes (Madrid 1928- Roma 1984) la realizzazione, nell’abside centrale, del grande dipinto murale (mq 238) raffigurante “l’Ultima Cena e la Crocefissione tra i Santi Chiara e Francesco” e, nelle absidi laterali, degli altri due dipinti rappresentanti rispettivamente “L’Annunciazione” e la “Natività”, di dimensioni più modeste (mq 40). In seguito, l’artista spagnolo fu richiamato nuovamente a lavorare sulle sue pitture: dopo il distacco dell’altare marmoreo dal muro dell’abside centrale, intervenne sulla porzione di muro priva di decorazione per accordarla all’opera precedentemente realizzata. Strettamente legata al contesto architettonico che la vede indubbiamente protagonista dello spazio, la pittura di Villalta Lapayes è stata oggetto d’un intervento di restauro svoltosi contestualmente a quello condotto sulle altre superfici interne della chiesa, liberandole dalle diffuse macchie di umidità che ribattevano il disegno della struttura cementizia sottostante l’intonaco, ed all’opera di miglioramento dell’impianto di illuminazione, sì da presentare nel modo più adeguato i dipinti murali e l’intera area presbiteriale. La raccolta di documentazione bibliografica, avviata in fase di progettazione e proseguita parallelamente alle fasi di intervento, è stata finalizzata allo studio della figura e dell’opera del pittore, la cui attività è testimoniata negli stessi anni in altre chiese romane e in luoghi di culto nel Centro Italia, ma di cui ancora molto poco si conosce. A supporto dello studio della tecnica artistica e della definizione dell’intervento conservativo, è stata condotta una campagna diagnostica con approccio multianalitico volto a caratterizzare i materiali in opera. In particolare, si è identificata la presenza di uno strato preparatorio a base di carbonato di calcio e solfato di bario e il diffuso uso di pigmenti tradizionali quali ocre e blu oltremare in leganti moderni. Per alcuni campioni in corrispondenza della pellicola pittorica è stata evidenziata la possibile presenza di un composto di tipo organico, probabilmente cera, riconducibile all’utilizzo da parte di Villalta di un trattamento finitura. L’intervento di restauro sulle pitture murali ha riguardato principalmente le operazioni di pulitura, e parzialmente, di consolidamento e restituzione estetica. Per quel che riguarda l’intervento di pulitura, data la natura semicoerente del materiale depositato sulla superficie, è stata condotto uno studio preliminare sui metodi di dry cleaning, selezionando quelli più idonei per l’intervento sulla superficie dipinta. !!

XIX Congresso Nazionale IGIIC – Lo Stato dell’Arte 19

Eleonora Balliana
Data Curation
;
Elisabetta Zendri
;
Teresa Botrè
Membro del Collaboration Group
2021-01-01

Abstract

Oggetto del contributo è il restauro delle grandi pitture murali moderne che decorano le pareti absidali della chiesa romana di Santa Chiara. L’edificio sacro, caratterizzato da una pianta circolare e sormontanto da una grande cupola, fu costruito alla fine degli anni Cinquanta nel quartiere denominato ‘Vigna Clara’, su progetto dell’architetto Alberto Ressa. Nel 1964-65 fu commissionata al pittore Mariano Villalta Lapayes (Madrid 1928- Roma 1984) la realizzazione, nell’abside centrale, del grande dipinto murale (mq 238) raffigurante “l’Ultima Cena e la Crocefissione tra i Santi Chiara e Francesco” e, nelle absidi laterali, degli altri due dipinti rappresentanti rispettivamente “L’Annunciazione” e la “Natività”, di dimensioni più modeste (mq 40). In seguito, l’artista spagnolo fu richiamato nuovamente a lavorare sulle sue pitture: dopo il distacco dell’altare marmoreo dal muro dell’abside centrale, intervenne sulla porzione di muro priva di decorazione per accordarla all’opera precedentemente realizzata. Strettamente legata al contesto architettonico che la vede indubbiamente protagonista dello spazio, la pittura di Villalta Lapayes è stata oggetto d’un intervento di restauro svoltosi contestualmente a quello condotto sulle altre superfici interne della chiesa, liberandole dalle diffuse macchie di umidità che ribattevano il disegno della struttura cementizia sottostante l’intonaco, ed all’opera di miglioramento dell’impianto di illuminazione, sì da presentare nel modo più adeguato i dipinti murali e l’intera area presbiteriale. La raccolta di documentazione bibliografica, avviata in fase di progettazione e proseguita parallelamente alle fasi di intervento, è stata finalizzata allo studio della figura e dell’opera del pittore, la cui attività è testimoniata negli stessi anni in altre chiese romane e in luoghi di culto nel Centro Italia, ma di cui ancora molto poco si conosce. A supporto dello studio della tecnica artistica e della definizione dell’intervento conservativo, è stata condotta una campagna diagnostica con approccio multianalitico volto a caratterizzare i materiali in opera. In particolare, si è identificata la presenza di uno strato preparatorio a base di carbonato di calcio e solfato di bario e il diffuso uso di pigmenti tradizionali quali ocre e blu oltremare in leganti moderni. Per alcuni campioni in corrispondenza della pellicola pittorica è stata evidenziata la possibile presenza di un composto di tipo organico, probabilmente cera, riconducibile all’utilizzo da parte di Villalta di un trattamento finitura. L’intervento di restauro sulle pitture murali ha riguardato principalmente le operazioni di pulitura, e parzialmente, di consolidamento e restituzione estetica. Per quel che riguarda l’intervento di pulitura, data la natura semicoerente del materiale depositato sulla superficie, è stata condotto uno studio preliminare sui metodi di dry cleaning, selezionando quelli più idonei per l’intervento sulla superficie dipinta. !!
2021
Lo Stato dell’Arte 19 – Atti del XIX Congresso Nazionale IGIIC
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