– Il contributo intende illustrare la centralità che Dante Alighieri e il De vulgari eloquentia in particolare assumono nella riflessione linguistica di Giulio Perticari; scopo ultimo dell’intervento è abbozzare un profilo intellettuale di Perticari sub specie linguistica, accordando una particolare attenzione ai suoi due contributi più significativi, Degli scrittori del Trecento e de’ loro imitatori (1818) e Dell’amor patrio di Dante e del suo libro intorno il volgare eloquio (1820). Entrambi confluiti nella Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca del suocero Vincenzo Monti, i due trattati svolgono un ruolo essenziale nell’economia dell’opera, garantendo una saldatura tra filologia, storia e teoria linguistica e storia letteraria al servizio dell’ambizioso disegno montiano. Dopo aver presentato le principali caratteristiche delle due opere, ci si sofferma sul metodo critico e filologico di Perticari, insistendo sull’importanza assunta dal De vulgari eloquentia nel guidare la trattazione. Nella conclusione, si prende brevemente in considerazione una delle principali reazioni alle tesi linguistiche di Perticari, quella di Niccolò Tommaseo (1825), avanzando una proposta interpretativa sul significato del titolo (Il Perticari confutato da Dante) come chiave d’accesso per intendere pienamente il senso dell’opera.
Giulio Perticari storico della lingua italiana e dantista
Cotugno Alessio
2022-01-01
Abstract
– Il contributo intende illustrare la centralità che Dante Alighieri e il De vulgari eloquentia in particolare assumono nella riflessione linguistica di Giulio Perticari; scopo ultimo dell’intervento è abbozzare un profilo intellettuale di Perticari sub specie linguistica, accordando una particolare attenzione ai suoi due contributi più significativi, Degli scrittori del Trecento e de’ loro imitatori (1818) e Dell’amor patrio di Dante e del suo libro intorno il volgare eloquio (1820). Entrambi confluiti nella Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca del suocero Vincenzo Monti, i due trattati svolgono un ruolo essenziale nell’economia dell’opera, garantendo una saldatura tra filologia, storia e teoria linguistica e storia letteraria al servizio dell’ambizioso disegno montiano. Dopo aver presentato le principali caratteristiche delle due opere, ci si sofferma sul metodo critico e filologico di Perticari, insistendo sull’importanza assunta dal De vulgari eloquentia nel guidare la trattazione. Nella conclusione, si prende brevemente in considerazione una delle principali reazioni alle tesi linguistiche di Perticari, quella di Niccolò Tommaseo (1825), avanzando una proposta interpretativa sul significato del titolo (Il Perticari confutato da Dante) come chiave d’accesso per intendere pienamente il senso dell’opera.File | Dimensione | Formato | |
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