Scopo di questo articolo è verificare la materialità sociale della cosiddetta società dell’informazione e del capitalismo delle piattaforme, mostrando le contraddizioni tra capitale, lavoro e ambiente naturale. Per farlo, useremo la lente delle filiere produttive delle materie prime alla base dei nuovi dispositivi elettronici, focalizzandoci su uno dei cosiddetti minerali insanguinati, cioè il coltan (columbite-tantalite). In un primo momento ci concentreremo sulle regioni minerarie del Kivu (Nord Kivu e Sud Kivu), nella Repubblica Democratica del Congo orientale: esse sono caratterizzate da una produzione mineraria prevalentemente di tipo artigianale (Artisanal and Small scale mining), in cui persistono numerose forme di coercizione extra-salariale a causa dell’attività di numerosi gruppi paramilitari e della diffusa economia informale ed illegale. Successivamente, ci focalizzeremo sulla propagazione digitale per mostrare l’altro volto della materialità sociale della società dell’informazione e del capitalismo delle piattaforme. Dagli anni ’10 del XXI secolo ad oggi il numero di dispositivi elettronici portatili (smartphone, pc, ecc.), diventati centrali nelle interazioni della nostra vita quotidiana, è aumentato vertiginosamente. Il peso della crescente domanda è ricaduto sui lavoratori del Sud globale (e di paesi come la Cina), i quali sono sottoposti a pressioni enormi e a ritmi lavorativi massacranti al fine di garantire la produzione dei dispositivi elettronici. Parimenti, l’impronta ecologica ha assunto forme sempre più marcate: oltre all’impatto ambientale dovuto alla produzione vera e propria e alla circolazione delle merci, vi è anche l’enorme consumo di energia elettrica necessario a mantenere operativi le infrastrutture informazionali alla base del capitalismo delle piattaforme.
Capitalismo delle piattaforme e materialità sociale. Degradazione del lavoro e della natura lungo la filiera del coltan
Pirina, Giorgio
2020-01-01
Abstract
Scopo di questo articolo è verificare la materialità sociale della cosiddetta società dell’informazione e del capitalismo delle piattaforme, mostrando le contraddizioni tra capitale, lavoro e ambiente naturale. Per farlo, useremo la lente delle filiere produttive delle materie prime alla base dei nuovi dispositivi elettronici, focalizzandoci su uno dei cosiddetti minerali insanguinati, cioè il coltan (columbite-tantalite). In un primo momento ci concentreremo sulle regioni minerarie del Kivu (Nord Kivu e Sud Kivu), nella Repubblica Democratica del Congo orientale: esse sono caratterizzate da una produzione mineraria prevalentemente di tipo artigianale (Artisanal and Small scale mining), in cui persistono numerose forme di coercizione extra-salariale a causa dell’attività di numerosi gruppi paramilitari e della diffusa economia informale ed illegale. Successivamente, ci focalizzeremo sulla propagazione digitale per mostrare l’altro volto della materialità sociale della società dell’informazione e del capitalismo delle piattaforme. Dagli anni ’10 del XXI secolo ad oggi il numero di dispositivi elettronici portatili (smartphone, pc, ecc.), diventati centrali nelle interazioni della nostra vita quotidiana, è aumentato vertiginosamente. Il peso della crescente domanda è ricaduto sui lavoratori del Sud globale (e di paesi come la Cina), i quali sono sottoposti a pressioni enormi e a ritmi lavorativi massacranti al fine di garantire la produzione dei dispositivi elettronici. Parimenti, l’impronta ecologica ha assunto forme sempre più marcate: oltre all’impatto ambientale dovuto alla produzione vera e propria e alla circolazione delle merci, vi è anche l’enorme consumo di energia elettrica necessario a mantenere operativi le infrastrutture informazionali alla base del capitalismo delle piattaforme.File | Dimensione | Formato | |
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