La legge n. 190/2012, seguendo peraltro una tendenza non rara negli ultimi anni, ha accompagnato le molte misure organizzative e funzionali rivolte alla disciplina delle amministrazioni pubbliche con alcune integrazioni puntuali alla legge n. 241/1990, idealmente riconducibili agli obiettivi di accrescere l’imparzialità e la trasparenza amministrativa. Le integrazioni, più in particolare, hanno interessato la disciplina delle attività amministrative svolte dai privati, l’obbligo di provvedere, il conflitto di interessi negli uffici cardine del procedimento, gli accordi amministrativi. L’impressione di insieme è che le integrazioni siano avvenute senza una valutazione precisa del contesto in cui si collocavano e dell’impatto che avrebbero avuto. Esse, in questo modo, pur dando evidenza a determinate tematiche nella disciplina degli istituti, raggiungono effetti pratici in parte ridondanti e in parte probabilmente diversi da quelli ricercati. Un’analisi preventiva di impatto avrebbe forse suggerito la c.d. opzione zero, ossia la mancata modifica delle norme esistenti, o comunque una formulazione diversa delle disposizioni.
Le modifiche alla legge sul procedimento amministrativo
FONDERICO, GIULIANO
2013-01-01
Abstract
La legge n. 190/2012, seguendo peraltro una tendenza non rara negli ultimi anni, ha accompagnato le molte misure organizzative e funzionali rivolte alla disciplina delle amministrazioni pubbliche con alcune integrazioni puntuali alla legge n. 241/1990, idealmente riconducibili agli obiettivi di accrescere l’imparzialità e la trasparenza amministrativa. Le integrazioni, più in particolare, hanno interessato la disciplina delle attività amministrative svolte dai privati, l’obbligo di provvedere, il conflitto di interessi negli uffici cardine del procedimento, gli accordi amministrativi. L’impressione di insieme è che le integrazioni siano avvenute senza una valutazione precisa del contesto in cui si collocavano e dell’impatto che avrebbero avuto. Esse, in questo modo, pur dando evidenza a determinate tematiche nella disciplina degli istituti, raggiungono effetti pratici in parte ridondanti e in parte probabilmente diversi da quelli ricercati. Un’analisi preventiva di impatto avrebbe forse suggerito la c.d. opzione zero, ossia la mancata modifica delle norme esistenti, o comunque una formulazione diversa delle disposizioni.File | Dimensione | Formato | |
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