La percezione del mare nelle metafore delle fonti patristiche e della letteratura religiosa bizantina

This contribution reconstructs the perception of the sea that can be inferred from the metaphors used in Patristic sources and Byzantine religious literature and presents the double role played by the sea in the medieval imaginary: a profitable environment that connects lands and sustains merchants and fishermans and a terrifying peril that devastates and kills, a peaceful marvel of the creation that inspires and pacifies and a stormy metaphor of disasters and distresses. Far from being only a classical topos, perfectly joining together the Greek literature, the Old Testament images and the New Testament narratives, the sea is the best metaphor of human soul and church life.

Questo contributo ricostruisce la percezione del mare sulla base delle metafore utilizzate nelle fonti patristiche e nella letteratura religiosa bizantina e presenta il duplice ruolo svolto dal mare nell'immaginario medievale: un ambiente proficuo che collega terre e sostiene mercanti e pescatori e un terribile pericolo che devasta e uccide, una pacifica meraviglia della creazione che ispira e pacifica e una tempestosa metafora di disastri e angosce. Lungi dall'essere solo un topos classico, unendo perfettamente la letteratura greca, le immagini dell'Antico Testamento e le narrazioni del Nuovo Testamento, il mare è la perfetta metafora dell'anima umana e della vita ecclesiale.