Baffo in Belli?

Rare sono le fonti letterarie dei Sonetti romaneschi di Giuseppe Gioachino Belli, nei quali fa parlare dei popolani incolti e semianalfabeti. E proprio perché rare, tanto più significative. Tra queste potrebbe figurare il poeta libertino Giorgio Baffo, la cui vasta Raccolta universale, uscita postuma nel 1789, tocca temi presenti anche nei Sonetti romaneschi: soprattutto la celebrazione dell'eros, ma anche la polemica anticlericale e la dissacrazione della Bibbia. Lo studio individua molti contatti testuali fra i due scrittori: per molti loci paralleli i due poeti sembrano aver attinto a un comune di motivi, ma per alcuni sembra più persuasiva l'ipotesi di una conoscenza bel Romano diretta della fonte veneta. L'esame comparativo dei testi affini non consente allo studioso di avanzare una tesi perentoria, ma piuttosto di caratterizzare, nell'apparente affinità, la radicale differenza fra la scanzonata visione libertina di Baffo e il tanto più complesso e chiaroscurato mondo di Belli, cattolico illuminato e problematico.