Per molti anni, parlando di violenza fascista la storiografia si è riferita, quasi esclusivamente, a quella squadrista o a quella del biennio 1943-45 perché, in entrambe le fasi, si trattò di una violenza agita, visibile, più prorompente. La violenza promossa e organizzata dalle istituzioni statali è, invece, rimasta in una posizione di secondo piano poiché, fino a qualche anno fa, non era scontata la correlazione fra violenza e apparati di polizia. L’ipotesi, da cui muove questo saggio, è che negli ultimi venti anni circa si sia verificato un cambiamento di rotta a causa di alcuni fattori. La violenza di Stato fu un elemento costante e incanalato in una pluralità di strutture che facevano parte di un ramificato apparato repressivo.
Violenza, repressione e apparati di controllo del regime fascista
POESIO, Camilla
2014-01-01
Abstract
Per molti anni, parlando di violenza fascista la storiografia si è riferita, quasi esclusivamente, a quella squadrista o a quella del biennio 1943-45 perché, in entrambe le fasi, si trattò di una violenza agita, visibile, più prorompente. La violenza promossa e organizzata dalle istituzioni statali è, invece, rimasta in una posizione di secondo piano poiché, fino a qualche anno fa, non era scontata la correlazione fra violenza e apparati di polizia. L’ipotesi, da cui muove questo saggio, è che negli ultimi venti anni circa si sia verificato un cambiamento di rotta a causa di alcuni fattori. La violenza di Stato fu un elemento costante e incanalato in una pluralità di strutture che facevano parte di un ramificato apparato repressivo.I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.