Dal 2009 il tema della social innovation è entrato prepotentemente e con grande enfasi nel discorso e nelle politiche pubbliche del mondo occidentale. Supportati da una riflessione teorica che ha coinvolto università, think thank, fondazioni e network, i governi di Stati Uniti, Inghilterra, Nuova Zelanda, Canada e Europa hanno avviato politiche di sostegno e incentivazione di iniziative di innovazione sociale. Tutto il discorso contemporaneo, seguendo il filone della scuola britannica, tratta la social innovation in modo astorico (è del tutto incentrata sul presente) e acritico (è a priori positiva nei suoi effetti). Questi atteggiamenti, che trascurano fortemente i contributi dell’800 e '900, si traducono in un’idea liberal-progressista di società che si auto-trasforma senza bisogno né di mediazioni, né di visioni di cambiamento e che trova nuove strategie per mediare in senso sociale i comportamenti più predatori e voraci del capitalismo liberale. Questa impostazione può essere rilevante solo se viene immessa al suo interno un’idea di trasgressione, di conflitto, di tensione tra società costituita e società costituente. In questo modo la social innovation perde la sua mono-funzione regolatrice (nella relazione tra sistemi di produzione-scambio e organizzazione sociale) e può diventare un driver di trasformazione, potenzialmente radicale, del sistema sociale stesso.

Oltre la retorica della Social Innovation

Busacca, Maurizio
2013-01-01

Abstract

Dal 2009 il tema della social innovation è entrato prepotentemente e con grande enfasi nel discorso e nelle politiche pubbliche del mondo occidentale. Supportati da una riflessione teorica che ha coinvolto università, think thank, fondazioni e network, i governi di Stati Uniti, Inghilterra, Nuova Zelanda, Canada e Europa hanno avviato politiche di sostegno e incentivazione di iniziative di innovazione sociale. Tutto il discorso contemporaneo, seguendo il filone della scuola britannica, tratta la social innovation in modo astorico (è del tutto incentrata sul presente) e acritico (è a priori positiva nei suoi effetti). Questi atteggiamenti, che trascurano fortemente i contributi dell’800 e '900, si traducono in un’idea liberal-progressista di società che si auto-trasforma senza bisogno né di mediazioni, né di visioni di cambiamento e che trova nuove strategie per mediare in senso sociale i comportamenti più predatori e voraci del capitalismo liberale. Questa impostazione può essere rilevante solo se viene immessa al suo interno un’idea di trasgressione, di conflitto, di tensione tra società costituita e società costituente. In questo modo la social innovation perde la sua mono-funzione regolatrice (nella relazione tra sistemi di produzione-scambio e organizzazione sociale) e può diventare un driver di trasformazione, potenzialmente radicale, del sistema sociale stesso.
2013
2/2013
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