Questo articolo propone un’analisi della crisi italiana e delle prospettive di un suo superamento basate sulle capacità dei territori di riconoscere e valorizzare meglio i propri asset, ma soprattutto di collegarli in modo più attivo all’evoluzione dell’economia mondiale. L’articolo assume che la crisi italiana non sia soltanto di natura economico-finanziaria, ma anche di competitività internazionale, sostenibilità ambientale e, soprattutto, capacità istituzionale. In secondo luogo l’articolo discute una definizione di sviluppo che supera il concetto e le corrispondenti misure basate sui flussi lordi di produzione di breve periodo, per andare invece verso un’idea di crescita sostenibile e inclusiva, fondata sulla valorizzazione delle ricchezze ambientali, umane e sociali di un territorio. In terzo luogo si cerca di riprendere le fila del dibattito sui localismi produttivi che in Italia è stato a lungo segnato dalla vicenda dei distretti industriali. L’obiettivo è recuperare gli elementi ancora oggi utili di tale concetto, che deve comunque venire aggiornato per tenere conto dell’evoluzione economica e tecnologica in corso. La proposta è di aderire ad un’idea più aperta di territorio produttivo, il cui sviluppo dipende da un insieme di capacità locali di organizzare, gestire attivamente e dare senso ai progetti di innovazione. L’articolo presenta infine alcuni casi tratti da innovative esperienze locali di sviluppo sostenibile che indicano come nuovi territori produttivi stiano prendendo forma proprio come reazione alla crisi economica.

Capacità locali. Per una nuova economia dei territori produttivi

CORO', Giancarlo;GURISATTI, Paolo
2013-01-01

Abstract

Questo articolo propone un’analisi della crisi italiana e delle prospettive di un suo superamento basate sulle capacità dei territori di riconoscere e valorizzare meglio i propri asset, ma soprattutto di collegarli in modo più attivo all’evoluzione dell’economia mondiale. L’articolo assume che la crisi italiana non sia soltanto di natura economico-finanziaria, ma anche di competitività internazionale, sostenibilità ambientale e, soprattutto, capacità istituzionale. In secondo luogo l’articolo discute una definizione di sviluppo che supera il concetto e le corrispondenti misure basate sui flussi lordi di produzione di breve periodo, per andare invece verso un’idea di crescita sostenibile e inclusiva, fondata sulla valorizzazione delle ricchezze ambientali, umane e sociali di un territorio. In terzo luogo si cerca di riprendere le fila del dibattito sui localismi produttivi che in Italia è stato a lungo segnato dalla vicenda dei distretti industriali. L’obiettivo è recuperare gli elementi ancora oggi utili di tale concetto, che deve comunque venire aggiornato per tenere conto dell’evoluzione economica e tecnologica in corso. La proposta è di aderire ad un’idea più aperta di territorio produttivo, il cui sviluppo dipende da un insieme di capacità locali di organizzare, gestire attivamente e dare senso ai progetti di innovazione. L’articolo presenta infine alcuni casi tratti da innovative esperienze locali di sviluppo sostenibile che indicano come nuovi territori produttivi stiano prendendo forma proprio come reazione alla crisi economica.
2013
XXXI (1) 2013
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