Marmorino and photocatalysts: a meeting between tradition and innovation

In the proposed experimentation, samples of traditional Venetian marmorino coupled with multifunctional nanostructured materials with photocatalytic properties were studied. By means of photocatalysis they can degrade the main organic and inorganic environmental pollutants (VOC, NOx), confer self-cleaning properties, and reduce bacterial attacks. By exploiting the binding characteristics of lime and soap, protective substances fixed to the surface that reflect the techniques of the past, the effects of two photocatalysts based on titanium dioxide and zinc oxide were studied, both considered in a commercial version and in a version synthesized in the laboratory. To simulate the surface degradation, methylene blue as a model of organic pollutant and different types of dirt were used, to evaluate the photocatalytic self-cleaning properties of the materials by means of colorimetric analyses. The biocidal properties of the materials were also verified. The best results were obtained with samples based on commercial titanium dioxide and lab synthesized zinc oxide applied using the soap. The results are satisfactory, they have been achieved thanks to the collaboration between university and Company and open up an innovative sector in the field of restoration intertwined with chemistry.

Nella sperimentazione che si propone sono stati studiati campioni di marmorino tradizionale veneziano accoppiati a materiali nanostrutturati multifunzionali con proprietà fotocatalitiche. Mediante fotocatalisi questi materiali possono degradare i principali inquinanti ambientali organici e inorganici (VOC, NOx), conferire proprietà autopulenti e ridurre gli attacchi batterici. Sfruttando le caratteristiche leganti della calce e del sapone, sostanze protettive fissate in superficie che riprendono le tecniche del passato, si sono studiati gli effetti di due fotocatalizzatori a base di biossido di titanio e di ossido di zinco, entrambi considerati in una versione commerciale e in una versione sintetizzata in laboratorio. Per simulare il degrado superficiale è stato impiegato il blu di metilene come modello di inquinante organico e diverse tipologie di sporco, in modo da valutare le proprietà fotocatalitiche di self-cleaning dei materiali mediante analisi colorimetriche. Sono state verificate anche le proprietà biocide dei materiali. I migliori risultati sono stati ottenuti con i campioni a base di biossido di titanio commerciale e di ossido di zinco sintetizzato in laboratorio applicati sfruttando la capacità legante del sapone. I risultati sono soddisfacenti, sono stati raggiunti grazie alla collaborazione tra università ed impresa ed aprono un settore innovativo nel campo del restauro intrecciato a quello della chimica.