Il recente contributo di Rita Loredana Foti, ricercatrice di Storia Moderna dell’Università di Palermo, ha il merito di analizzare il complesso fenomeno della guerra di corsa partendo dal caso siciliano, in una periodizzazione poco battuta dalla storiografia – gli inizi del XIX se- colo – e nel contesto storico del blocco continentale voluto dagli inglesi in funzione anti-na- poleonica. L’autrice mette in luce non solo il ruolo della magistratura, il Tribunale delle pre- de di Sicilia (1808-1813), incaricato di decidere sulla legittimità delle prede fatte dai corsari sotto bandiera del regno delle Due Sicilie, ma soprattutto l’intrico e le dialettiche conflittuali tra giurisdizioni marittime. A partire dall’esame delle interazioni tra corsari, tribunali, governo e polizia, l’autrice da un lato fornisce una nuova chiave di lettura sulle trasformazioni istitu- zionali della Sicilia borbonica, momento in cui essa era base commerciale e militare britannica, dall’altro fa emergere un quadro complesso a livello internazionale, in cui principi giuridico- normativi sulla “giusta preda”, accordi diplomatici e interessi commerciali si intrecciano e diventano aspetti cruciali della guerra di corsa tra Stati alla vigilia dell’abolizione di quest’ul- tima.

LOREDANA FOTI, Rita: Giudici e Corsari nel Mediterraneo. Il Tribunale delle prede di Sicilia 1808-1813 , Palermo, Istituto Poligrafo Europeo, 2016, 320 págs.

Giulia Bonazza
2018-01-01

Abstract

Il recente contributo di Rita Loredana Foti, ricercatrice di Storia Moderna dell’Università di Palermo, ha il merito di analizzare il complesso fenomeno della guerra di corsa partendo dal caso siciliano, in una periodizzazione poco battuta dalla storiografia – gli inizi del XIX se- colo – e nel contesto storico del blocco continentale voluto dagli inglesi in funzione anti-na- poleonica. L’autrice mette in luce non solo il ruolo della magistratura, il Tribunale delle pre- de di Sicilia (1808-1813), incaricato di decidere sulla legittimità delle prede fatte dai corsari sotto bandiera del regno delle Due Sicilie, ma soprattutto l’intrico e le dialettiche conflittuali tra giurisdizioni marittime. A partire dall’esame delle interazioni tra corsari, tribunali, governo e polizia, l’autrice da un lato fornisce una nuova chiave di lettura sulle trasformazioni istitu- zionali della Sicilia borbonica, momento in cui essa era base commerciale e militare britannica, dall’altro fa emergere un quadro complesso a livello internazionale, in cui principi giuridico- normativi sulla “giusta preda”, accordi diplomatici e interessi commerciali si intrecciano e diventano aspetti cruciali della guerra di corsa tra Stati alla vigilia dell’abolizione di quest’ul- tima.
2018
44
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