Le piccole e medie imprese (d’ora innanzi, PMI) sono il perno dell’economia europea. In tutta l’Unione se ne contano circa 23 milioni, che rappresentano il 99,8% del totale delle imprese e offrono impiego a circa 75 milioni di persone, pari al 67% dei posti di lavoro disponibili nel settore privato e all’80% dell’occupazione in alcuni settori industriali quali la manifattura dei prodotti in metallo, l’edilizia e l’arredamento. Questa situazione è perfettamente confermata anche in ambito nazionale. In Italia, infatti, su 4.338.766 imprese, ben 4.335.446, pari al 99,9%, sono PMI, artefici di oltre l’81% dei posti di lavoro e, nei settori secondario e terziario, di ben il 72,4% del valore aggiunto prodotto. Alla luce di questi dati, è evidente come le PMI rappresentino in Italia e in Europa una insostituibile risorsa, un fondamentale elemento catalizzatore per il superamento della attuale crisi economica. Del resto, a partire dal Consiglio Europeo di Lisbona, l’Unione Europea e gli Stati membri sono stabilmente impegnati nel rilanciare l’economia interna attraverso politiche idonee a promuovere le potenzialità di crescita e di occupazione delle PMI. Ma cosa significa “crescita” per una piccola-media impresa? E quali sono i principali ostacoli? Attraverso l’analisi della letteratura e di alcuni dati empirici, questo contributo vuole affrontare i menzionati interrogativi, ponendo particolare attenzione al profilo culturale del problema.

I processi di crescita delle piccole e medie imprese

C. GIANFELICI
2009-01-01

Abstract

Le piccole e medie imprese (d’ora innanzi, PMI) sono il perno dell’economia europea. In tutta l’Unione se ne contano circa 23 milioni, che rappresentano il 99,8% del totale delle imprese e offrono impiego a circa 75 milioni di persone, pari al 67% dei posti di lavoro disponibili nel settore privato e all’80% dell’occupazione in alcuni settori industriali quali la manifattura dei prodotti in metallo, l’edilizia e l’arredamento. Questa situazione è perfettamente confermata anche in ambito nazionale. In Italia, infatti, su 4.338.766 imprese, ben 4.335.446, pari al 99,9%, sono PMI, artefici di oltre l’81% dei posti di lavoro e, nei settori secondario e terziario, di ben il 72,4% del valore aggiunto prodotto. Alla luce di questi dati, è evidente come le PMI rappresentino in Italia e in Europa una insostituibile risorsa, un fondamentale elemento catalizzatore per il superamento della attuale crisi economica. Del resto, a partire dal Consiglio Europeo di Lisbona, l’Unione Europea e gli Stati membri sono stabilmente impegnati nel rilanciare l’economia interna attraverso politiche idonee a promuovere le potenzialità di crescita e di occupazione delle PMI. Ma cosa significa “crescita” per una piccola-media impresa? E quali sono i principali ostacoli? Attraverso l’analisi della letteratura e di alcuni dati empirici, questo contributo vuole affrontare i menzionati interrogativi, ponendo particolare attenzione al profilo culturale del problema.
2009
53
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