La figura di Altobello Averoldi, vescovo di Pola, vicelegato a Bologna e nunzio papale a Venezia era nota agli studiosi di storia dell’arte sopratutto in quanto comittente di un’importante opera di Tiziano Veccellio, il Polittico Averoldi. Nel 1991, in occasione della mostra bresciana dedicata al polittico restaurato, Giovanni Agosti fece ampie indagini sulla vita e sull’attività da comittente del vescovo e stabilì un catalogo delle opere comissionate. A diciasette anni dalla pubblicazione del detto lavoro, la soluzione del problema attributivo della tomba del vescovo nella chiesa bresciana di San Nazario e Celso e le ulteriori indagini sulle opere d’arte da lui commissionate sulla costa orientale dell’Adriatico permettono qualche nuova riflessione sui gusti dell’illustre bresciano. Dopo gli studi a Padova e Pavia ed il soggiorno romano presso il cardinale Raffaele Riario, Altobello è canonico a Spalato nel momento in cui suo zio Bartolomeo tiene la cattedra arcivescovile. Nel 1497 viene nominato vescovo di Pola e lo rimane fino alla morte a Venezia nel 1531. Della famiglia Averoldi a Spalato rimangono soprattuto i libri liturgici nella sagrestia, contrassegnati dagli stemmi, ma un esame comparativo porta all’avicinamento della decorazione di questi libri con le miniature dello Statuto di Pola nella sua redazione del 1500 e la decorazione di alcuni libri liturgici nella cattedrale di Pola, possibilmente tutti provenienti dalla stessa bottega di origine veneto-padovana attiva a cavallo del 15 secolo. Un’opera sicuramente voluta da Altobello in quanto portante il suo stemma è la chiesa di Santa Maria Maddalena di Mormorano nell’agro polese, che contiene uno dei piu belli altari lignei della bottega veneziana di Paolo Campsa. Altobello fu anche tre volte vicelegato a Bologna, dove imbellisce la chiesa di Santa Marria del Barracano e San Michele al Bosco, coniando anche le medaglie in ricordo delle sue missioni. L’apice della sua carriera sono le sue due lunghe missioni a Venezia in qualità di nunzio papale, dove diventa uno dei protagonisti della vita mondana e soggiorna nel palazzo oggi noto come Fondaco dei Turchi, al quale fa restaurare la facciata. Tra il 1519 e il 1522 viene realizzata la commissione più importante del vescovo, la trasformazione del coro della chiesa di Santi Nazario e Celso a Brescia in un suo santuario privato. Della grande tomba scolpita da Lorenzo Bregno oggi si preservano soltanto alcune parti figurative, tra cui il cenotafio del cardinale Riario e la figura del prelato, entrambe del tipo di demigisant appena introdotto a Venezia, mentre la forma generale, in tradizione veneziana, s’ispira all’arco triomfale, forse addirittura dell’arco dei Sergi di Pola. I modelli diretti si riconoscono nel gruppo romano di tre tombe di cardinali (Ascanio Maria Sforza, Girolamo Basso della Rovere e Giovanni Michiel), tutti personaggi legati a Riario e Averoldi. La commissione della tomba bresciana, possibile solo in seguito alla morte del cardinale di San Giorgio nel 1521, conferma il cambiamento del programma del polittico di Tiziano, commissionato già nel 1519, e realizzato parzialmente (panello di S. Sebastiano) nel corso del 1520.

Pulski biskup Altobello Averoldi – naručitelj umjetničkih djela” (Vescovo di Pola Altobello Averoldi come comittente d'arte)

Jasenka Gudelj
2008-01-01

Abstract

La figura di Altobello Averoldi, vescovo di Pola, vicelegato a Bologna e nunzio papale a Venezia era nota agli studiosi di storia dell’arte sopratutto in quanto comittente di un’importante opera di Tiziano Veccellio, il Polittico Averoldi. Nel 1991, in occasione della mostra bresciana dedicata al polittico restaurato, Giovanni Agosti fece ampie indagini sulla vita e sull’attività da comittente del vescovo e stabilì un catalogo delle opere comissionate. A diciasette anni dalla pubblicazione del detto lavoro, la soluzione del problema attributivo della tomba del vescovo nella chiesa bresciana di San Nazario e Celso e le ulteriori indagini sulle opere d’arte da lui commissionate sulla costa orientale dell’Adriatico permettono qualche nuova riflessione sui gusti dell’illustre bresciano. Dopo gli studi a Padova e Pavia ed il soggiorno romano presso il cardinale Raffaele Riario, Altobello è canonico a Spalato nel momento in cui suo zio Bartolomeo tiene la cattedra arcivescovile. Nel 1497 viene nominato vescovo di Pola e lo rimane fino alla morte a Venezia nel 1531. Della famiglia Averoldi a Spalato rimangono soprattuto i libri liturgici nella sagrestia, contrassegnati dagli stemmi, ma un esame comparativo porta all’avicinamento della decorazione di questi libri con le miniature dello Statuto di Pola nella sua redazione del 1500 e la decorazione di alcuni libri liturgici nella cattedrale di Pola, possibilmente tutti provenienti dalla stessa bottega di origine veneto-padovana attiva a cavallo del 15 secolo. Un’opera sicuramente voluta da Altobello in quanto portante il suo stemma è la chiesa di Santa Maria Maddalena di Mormorano nell’agro polese, che contiene uno dei piu belli altari lignei della bottega veneziana di Paolo Campsa. Altobello fu anche tre volte vicelegato a Bologna, dove imbellisce la chiesa di Santa Marria del Barracano e San Michele al Bosco, coniando anche le medaglie in ricordo delle sue missioni. L’apice della sua carriera sono le sue due lunghe missioni a Venezia in qualità di nunzio papale, dove diventa uno dei protagonisti della vita mondana e soggiorna nel palazzo oggi noto come Fondaco dei Turchi, al quale fa restaurare la facciata. Tra il 1519 e il 1522 viene realizzata la commissione più importante del vescovo, la trasformazione del coro della chiesa di Santi Nazario e Celso a Brescia in un suo santuario privato. Della grande tomba scolpita da Lorenzo Bregno oggi si preservano soltanto alcune parti figurative, tra cui il cenotafio del cardinale Riario e la figura del prelato, entrambe del tipo di demigisant appena introdotto a Venezia, mentre la forma generale, in tradizione veneziana, s’ispira all’arco triomfale, forse addirittura dell’arco dei Sergi di Pola. I modelli diretti si riconoscono nel gruppo romano di tre tombe di cardinali (Ascanio Maria Sforza, Girolamo Basso della Rovere e Giovanni Michiel), tutti personaggi legati a Riario e Averoldi. La commissione della tomba bresciana, possibile solo in seguito alla morte del cardinale di San Giorgio nel 1521, conferma il cambiamento del programma del polittico di Tiziano, commissionato già nel 1519, e realizzato parzialmente (panello di S. Sebastiano) nel corso del 1520.
2008
41
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