In itinere. Borghesi in viaggio nel “lungo Ottocento” tra realtà storica e finzione letteraria

From the beginning of the XVIII Century onwards and particularly du­ring the following decades, when the European middle class began to grow in power; journeys became part of a restless imagination. Journeys started to mean something different from what they had been in the past: that means a learning experience that produced cultura! assimi­lation without provoking contrasts and took travellers back to the roots of European cultures, allowing them, at the same time, to get to know new politica! and socia! contexts. Middle class travellers crossed the Channel to study European and overseas settlements and try to confer a scientific status to disciplines such as history; archeology, antropology and geography, within a wider, cosmopolitan culture.

A cominciare dalla fine del Settecento e subito dopo nei decenni del pro­gressivo affermarsi della borghesia la pratica dei viaggi entrò a far parte di un immaginario inquieto. Il viaggio cominciava a rappresentare altro rispetto a ciò che era stato concepito fino a quel momento come tale, vale a dire un percorso formativo che produceva assimilazione culturale senza contrasti e conduceva al passato e alle sue radici permettendo di conoscere nuove realtà politiche e sociali. I "borghesi in viaggio" erano corsi a scoprire e studiare l'Europa e i suoi insediamenti d'oltremare, tentando di attribuire a storia, archeologia, antropologia, geografia uno statuto disciplinare compiutamente scientifico all'interno di una cultura cosmopolita.