La raccolta anepigrafa di ecloghe volgari edita da Miscomini il 28 febbraio 1481 (more florentino), poi ristampata nel 1494 con il titolo di “Bucoliche elegantissimamente composte”, costituisce un episodio cruciale per la codificazione del genere pastorale. In particolare, l’apertura della silloge con i capitoli ternari del fiorentino Bernardo Pulci, primo volgarizzamento poetico delle ecloghe di Virgilio, manifesta la volontà di tracciare una linea ininterrotta tra la produzione bucolica latina e quella volgare, rappresentata nella raccolta dai testi di altri tre toscani: i senesi Francesco Arzocchi e Jacopo Buoninsegni e il fiorentino Girolamo Benivieni. Nel 1494, a poco più di dieci anni dalla princeps Miscomini e in concomitanza con la sua ristampa, il frate Evangelista Fossa pubblica un volgarizzamento in terza rima delle prime nove bucoliche virgiliane. Lungi dall’adottare soluzioni inedite, i due volgarizzamenti rimangono ancorati al metro peculiare dell’ecloga, contribuendo a una sua ulteriore canonizzazione. In questa prospettiva, nel saggio è valutato il grado di coesione tra le arcate periodali e la struttura strofica ternaria ed è operato un confronto con le tendenze registrate negli altri componimenti contenuti nella stampa Miscomini. In ragione dello specifico statuto traduttivo dei testi, inoltre, sono indagate le modalità attraverso cui i due volgarizzatori riproducono l’articolazione del periodare latino e restituiscono l’esametro nella forma della terza rima.
«Di latini versi in vulgari traducere». La terza rima come metro traduttivo delle "Bucoliche" di Virgilio a fine Quattrocento
Francesco Davoli
2020-01-01
Abstract
La raccolta anepigrafa di ecloghe volgari edita da Miscomini il 28 febbraio 1481 (more florentino), poi ristampata nel 1494 con il titolo di “Bucoliche elegantissimamente composte”, costituisce un episodio cruciale per la codificazione del genere pastorale. In particolare, l’apertura della silloge con i capitoli ternari del fiorentino Bernardo Pulci, primo volgarizzamento poetico delle ecloghe di Virgilio, manifesta la volontà di tracciare una linea ininterrotta tra la produzione bucolica latina e quella volgare, rappresentata nella raccolta dai testi di altri tre toscani: i senesi Francesco Arzocchi e Jacopo Buoninsegni e il fiorentino Girolamo Benivieni. Nel 1494, a poco più di dieci anni dalla princeps Miscomini e in concomitanza con la sua ristampa, il frate Evangelista Fossa pubblica un volgarizzamento in terza rima delle prime nove bucoliche virgiliane. Lungi dall’adottare soluzioni inedite, i due volgarizzamenti rimangono ancorati al metro peculiare dell’ecloga, contribuendo a una sua ulteriore canonizzazione. In questa prospettiva, nel saggio è valutato il grado di coesione tra le arcate periodali e la struttura strofica ternaria ed è operato un confronto con le tendenze registrate negli altri componimenti contenuti nella stampa Miscomini. In ragione dello specifico statuto traduttivo dei testi, inoltre, sono indagate le modalità attraverso cui i due volgarizzatori riproducono l’articolazione del periodare latino e restituiscono l’esametro nella forma della terza rima.I documenti in ARCA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.