La comunicazione sfrutta lo studio di alcune strutture sintattiche ricorrenti nella versione K (catalana) del "Devisement dou monde" per analizzare, sotto un’altra prospettiva, il problema della fisionomia linguistica dell’archetipo. Tràdita da tre testimoni di lingua diversa (uno catalano, uno francese e uno aragonese), la versione K fa capo ad un archetipo verosimilmente redatto in lingua catalana a partire da un modello franco-italiano. Sulla veste catalana dell’archetipo, dimostrata soprattutto da errori comuni spiegabili postulando lezioni catalane di partenza, sono stati sollevati tuttavia alcuni dubbi. In particolare, è legittimo chiedersi se l’archetipo potesse essere scritto, anziché in catalano tout court, in un francese solo mescidato da catalanismi, che spiegherebbero, per esempio, la presenza di alcuni tratti lessicali catalani nei testimoni francese e aragonese. Un argomento a favore dell’ipotesi catalana, e che possa confutare quest’obiezione, è la presenza, in K, di formule sintattiche pienamente attestate nel catalano trecentesco, e senza corrispondenza puntuale nella redazione franco-italiana di riferimento F (che possiamo ritenere simile al modello di K). Si tratta di formule frequentissime nel testimone catalano (Kc), generalmente mantenute dall’aragonese (Ka) e in forma minore dal francese (Kf). La loro introduzione va attribuita con maggiore probabilità a un redattore catalano, piuttosto che a un copista francese con influenze catalane.

Tradizioni discorsive nella versione catalana del "Devisement du Monde"

Irene Reginato
2021-01-01

Abstract

La comunicazione sfrutta lo studio di alcune strutture sintattiche ricorrenti nella versione K (catalana) del "Devisement dou monde" per analizzare, sotto un’altra prospettiva, il problema della fisionomia linguistica dell’archetipo. Tràdita da tre testimoni di lingua diversa (uno catalano, uno francese e uno aragonese), la versione K fa capo ad un archetipo verosimilmente redatto in lingua catalana a partire da un modello franco-italiano. Sulla veste catalana dell’archetipo, dimostrata soprattutto da errori comuni spiegabili postulando lezioni catalane di partenza, sono stati sollevati tuttavia alcuni dubbi. In particolare, è legittimo chiedersi se l’archetipo potesse essere scritto, anziché in catalano tout court, in un francese solo mescidato da catalanismi, che spiegherebbero, per esempio, la presenza di alcuni tratti lessicali catalani nei testimoni francese e aragonese. Un argomento a favore dell’ipotesi catalana, e che possa confutare quest’obiezione, è la presenza, in K, di formule sintattiche pienamente attestate nel catalano trecentesco, e senza corrispondenza puntuale nella redazione franco-italiana di riferimento F (che possiamo ritenere simile al modello di K). Si tratta di formule frequentissime nel testimone catalano (Kc), generalmente mantenute dall’aragonese (Ka) e in forma minore dal francese (Kf). La loro introduzione va attribuita con maggiore probabilità a un redattore catalano, piuttosto che a un copista francese con influenze catalane.
2021
La traduzione orizzontale nella Romània medievale Aspetti pragmatici e testuali. Atti del congresso internazionale, Klagenfurt, 18 – 19 gennaio 2018
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