Il novelliere di Niccolò Granucci, intitolato "La piacevol notte e ’l lieto giorno" (1574), presenta molti tratti tipici della novellistica cinquecentesca, come l’influenza del moralismo post-tridentino, l’ampliamento della cornice e la contaminazione con altri generi, letterari e drammatici. Questo articolo fornisce uno studio degli aspetti più significativi di tale raccolta, ancora poco nota, allo scopo di fare luce sull’interessante tentativo di Granucci di conciliare la tradizione novellistica su modello boccacciano con lo schema della “civile conversazione” di ispirazione dialogico-trattatistica e le cogenti istanze moralistiche cattoliche. Nella prima parte vengono analizzate le informazioni fornite nei paratesti, con particolare attenzione alla scelta del titolo e all’enfasi posta sull’utilità morale dell’opera. La seconda parte si concentra sulla scelta della materia trattata e sulla sua organizzazione all’interno dei due libri che compongono il novelliere. La terza è dedicata all’interpretazione dei ruoli rivestiti da Giulio, Agnolo e Francesco, ossia i tre personaggi che formano la compagnia originaria da cui hanno inizio i ritrovi descritti nella cornice.

"La piacevol notte e ’l lieto giorno" di Niccolò Granucci: echi e rielaborazioni cinquecentesche della tradizione novellistica italiana

Palma Flavia
2019-01-01

Abstract

Il novelliere di Niccolò Granucci, intitolato "La piacevol notte e ’l lieto giorno" (1574), presenta molti tratti tipici della novellistica cinquecentesca, come l’influenza del moralismo post-tridentino, l’ampliamento della cornice e la contaminazione con altri generi, letterari e drammatici. Questo articolo fornisce uno studio degli aspetti più significativi di tale raccolta, ancora poco nota, allo scopo di fare luce sull’interessante tentativo di Granucci di conciliare la tradizione novellistica su modello boccacciano con lo schema della “civile conversazione” di ispirazione dialogico-trattatistica e le cogenti istanze moralistiche cattoliche. Nella prima parte vengono analizzate le informazioni fornite nei paratesti, con particolare attenzione alla scelta del titolo e all’enfasi posta sull’utilità morale dell’opera. La seconda parte si concentra sulla scelta della materia trattata e sulla sua organizzazione all’interno dei due libri che compongono il novelliere. La terza è dedicata all’interpretazione dei ruoli rivestiti da Giulio, Agnolo e Francesco, ossia i tre personaggi che formano la compagnia originaria da cui hanno inizio i ritrovi descritti nella cornice.
2019
XLIV
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